Cambio di passo del terrorismo, come al Bataclan

Polizia austriaca sul luogo dell'attacco terrorista
Polizia austriaca sul luogo dell'attacco terrorista. EPA/CHRISTIAN BRUNA

ROMA. – L’attacco a Vienna, nel cuore dell’Europa, segna un cambio di passo del terrorismo, anzi un ritorno al passato, agli attacchi di Parigi e di Bruxelles. Non si tratta più di lupi solitari, di cani sciolti che si ispirano forse lontanamente all’Isis o che ‘islamizzano’ la loro rabbia e il loro radicalismo.

L’attacco alla capitale austriaca è stato portato da un gruppo organizzato, da un commando armato con fucili e pistole non con un coltello o un’ascia rudimentale. E’ stato portato con freddezza e con un piano studiato nei dettagli. E’ ancora molto presto per fare analisi complete e attribuire matrici esatte all’attacco.

Manca ancora una rivendicazione e mentre scriviamo queste righe l’attacco è ancora in corso e la polizia e l’esercito stanno setacciando la città alla ricerca di ‘diversi’ uomini in fuga. Alcuni elementi però sono chiari. L’attacco è probabilmente iniziato alla sinagoga e gli inquirenti hanno affermato di non escludere affatto una componente antisemita.

Uno degli attentatori uccisi, secondo le prime rivelazioni della polizia, avrebbe avuto una cintura esplosiva e un altro, secondo alcuni testimoni, si sarebbe fatto esplodere. La dinamica poi ricorda in maniera agghiacciante quella degli attacchi a Parigi, con i terroristi che si sono mossi per la città sparando a cittadini inermi.

Le immagini riprese da alcune finestre mostrano un uomo vestito di bianco che si muove senza fretta, che prende la mira e spara con precisione.

Una cosa è certa. L’Europa fiaccata e prostrata dalla pandemia ripiomba nell’incubo del terrorismo organizzato. Le pronte reazioni giunte da tutte le capitali, la forte solidarietà all’Austria sono sicuramente le giuste risposte da dare a caldo.

A freddo però, da domani, gli europei dovranno riflettere attentamente su quello che è stato fatto fino ad oggi e su quello che, invece, non è stato fatto. Non si tratta più di prevenire lupi solitari obiettivamente difficili da individuare e da colpire. L’attacco di Vienna ci riporta indietro di qualche anno, quando tutti parlarono di attacco all’Europa.

(di Stefano Polli/ANSA)

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