Il contagio segreto di William imbarazza la corte

Il principe William, Duke of Cambridge con la moglie Catherine, duchessa di Cambridge. EPA/ANDY RAIN

LONDRA.  – Un contagio da coronavirus tenuto nascosto per mesi – da parte di un futuro sovrano – rischia di mettere in imbarazzo la famiglia reale britannica. Protagonista dell’inciampo, svelato solo in queste ore dalla gola profonda di turno, è il principe William, 38 anni, secondo in linea di successione al trono dell’inossidabile Elisabetta II e impegnato da tempo – con il favore dei media di establishment del Regno Unito – a promuovere di sé l’aura di un re in pectore prudente ma moderno, equilibrato ma aperto alla comunicazione verso il mondo esterno. In un contesto di pretesa trasparenza che questa vicenda pare in effetti poter scuotere.

A far filtrare tutto è stato il Sun, tabloid irriverente e all’occorrenza spregiudicato di proprietà di Rupert Murdoch. Ma i fatti sono stati confermati da fonti anonime interne al palazzo anche dalla paludata Bbc, mentre la corte si è barricata per ora dietro un impacciato no comment ufficiale.

Nessuna smentita, insomma, all’informazione a scoppio ritardato secondo cui il primogenito di Carlo e Diana contrasse il Covid-19 ad aprile. Ma volle tenere la cosa nascosta “per non allarmare”  ulteriormente la nazione nelle settimane della prima ondata del virus, micidiale per numero di morti nel Regno.

Il contagio sarebbe avvenuto a poca distanza di tempo da quello di suo padre Carlo, 71enne principe di Galles che invece scelse di renderlo noto alla luce del sole. Di fatto William sperimentò una forma non grave dell’infezione, limitandosi a isolarsi secondo le linee guida governative nella residenza di Anmer Hall, nel Norfolk, e di fingere da lì una situazione di normalità punteggiata nel corso del mese in questione da una quindicina di impegni a distanza, per telefono o in video-collegamento, ben propagandati da Kensignton Palace e svolti spesso in coppia con la moglie Kate.

“Non c’erano sintomi importanti e per questo non ho voluto preoccupare nessuno”, si sarebbe giustificato il duca di Cambridge, stando alla fonte citata dal Sun, nello spiegare una decisione presa in prima persona. Jonny Dymond, royal correspondent della Bbc, si è affrettato a venirgli in soccorso sostenendo che tutto sommato le condizioni di salute del principe non sarebbero state tali da rappresentare “un tema d’interesse pubblico” e che per la dinastia è importante difendere anche “la privacy” dei suoi membri, soprattutto di quelli non (ancora) regnanti.

La cortina di silenzio fatta calare sull’accaduto non può non porre comunque interrogativi sulla coerenza di William, il quale finora ha goduto di buona stampa in genere in patria soprattutto per aver promosso – con Kate Middleton e i loro tre figli, George, Charlotte e Louis – un’immagine di affidabilità, oltre che di relativa modernità, anche nel paragone con il fratello minore “ribelle” Harry e la di lui consorte Meghan Markle.

L’imbarazzo si riflette del resto fin sulla política britannica, nel giorno in cui Boris Johnson è stato chiamato a illustrare alla Camera dei Comuni la necessità di un nuovo lockdown nazionale esteso a tutta l’ Inghilterra da giovedì 5, e per almeno quattro settimane, una volta superato mercoledì lo scoglio di un inedito voto – scontato, ma non  senza polemiche e recriminazioni – dei deputati. Tanto da costringere un portavoce di Downing Street a dribblare oggi la domanda se il primo ministro Tory, a sua volta contagiato in quella stagione, fosse stato allora informato dell’infezione del principe e pregato dal palazzo di coprirla.

Un’ombra che rischia di riverberarsi ora anche sulle comunicazioni riguardanti la salute della regina e del príncipe consorte Filippo (94 e 99 anni rispettivamente), rientrati giusto oggi da Sandringham nel castello di Windsor per un nuovo periodo di sostanziale isolamento protettivo dalla pandemia che continuerà a tenerli lontani dagli occhi dei sudditi a tempo indeterminato. Certo ben oltre il 73esimo anniversario del loro indistruttibile matrimonio, in calendario il 20 novembre.

(di Alessandro Logroscino/ANSA)

Lascia un commento