Caos Pd congela il rimpasto, Conte frena il lockdown

Il premier Giuseppe Conte nel corso del question time alla Camera dei Deputati
Il premier Giuseppe Conte nel corso del question time alla Camera dei Deputati, Roma, 28 ottobre 2020. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. – Rimpasto congelato. Dalla costante impennata del virus, dal fatto che il ritorno ad un lockdown, seppur “light”, non è più un tabù. Congelato, sopratutto, dalla fuga in avanti di Andrea Marcucci, il presidente dei senatori Pd che, in Aula, di fronte a Giuseppe Conte, apre il “vaso di Pandora” chiedendo di verificare l’adeguatezza di alcuni ministri.

Il ragionamento del senatore, da giorni, era tra i più accreditati nei capannelli della maggioranza ma, con la sua fuga in avanti risulta per lo meno rinviato. E, chi ha dimestichezza con il premier registra come, con l’uscita (stroncante) di Nicola Zingaretti e il successivo dietrofront dello stesso Marcucci, il tema semplicemente non si ponga.

E’ il virus, in queste ore, il fulcro delle attenzioni del premier. Conte, di fronte alla ridda di voci, nella maggioranza e nelle opposizioni, sull’opportunità o meno di un lockdown subito, ribadisce, nei suoi colloqui privati, come ora più che mai servano “tenuta mentale e lucidità”. Chiudere tutto ora, è il ragionamento che si fa a Palazzo Chigi, non ha senso.

“Abbiamo varato domenica un nuovo Dpcm, ne abbiamo altri due alle spalle, occorre un minimo per aspettare e verificare gli effetti di queste misure”, si ribadisce. Certo, il tempo stringe. E se la curva epidemiologica dovesse superare, rapidamente, la soglia di rischio collasso per il sistema sanitario, nuove misure sarebbero ragionevolmente all’orizzonte. Magari proprio quel lockdown light adottato dal presidente francese Emmanuel Macron.

Mercoledì Conte sarà in Aula, alla Camera, per sottoporsi al voto non solo sulle misure restrittive messe in atto ma anche su quelle economiche del decreto ristori. Potrebbe essere quella, per Conte, l’occasione per annunciare nuovi provvedimenti da mettere, con le previste risoluzioni, poi al vaglio dell’Assemblea.

La stella polare resta quella di “salvare” il Natale. Se con o senza ulteriori misure sarà valutato solo da qui ai prossimi giorni. Il ritorno di Conte in Aula risponde, di fatto, anche all’invito al dialogo più volte manifestato dal presidente Sergio Mattarella. Il Quirinale vigila con la massima attenzione su questi giorni della nuova ondata. Muovendosi, soprattutto, per rendere più fluidi i rapporti istituzionali, a cominciare da quelli tra Stato e Regioni. E restando ben lontano da manovre più prettamente politiche, come appunto quella del rimpasto.

“E’ una questione di opportunità, con oltre duecento morti non si può parlare di poltrone”, spiega una fonte parlamentare Dem raccontando l’incidente di Palazzo Madama. Un incidente che ha scatenato i malumori interni al gruppo dei senatori Pd, tra i quali in diversi spiegano come la linea di Marcucci non era stata condivisa.E nel caos di queste ore, ad un certo punto, a Palazzo Madama circolano perfino voci di una raccolta firme di alcuni senatori Pd contro il loro capogruppo.

“Il Pd ha sempre chiesto un nuovo cronoprogramma, un rilancio di alcuni temi, dalla riforma fiscale alla parità di genere, su cui abbiamo molto da dire. Chi vuole il rimpasto è Iv”, spiega una fonte parlamentare Democrat. Il tema, presto, si riproporrà. E i ministri nel mirino, con il passare delle ore, aumentano oltre a Lucia Azzolina, Nunzia Catalfo, Paola de Micheli. Ma il numero delle sostituzioni potrebbe anche allargarsi, delineando un vero e proprio Conte-ter mirato a rafforzare l’esecutivo.

(di Michele Esposito/ANSA)

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