Usa: il rischio d’una notte elettorale senza presidente

WASHINGTON. – Una notte elettorale senza vincitore, né Donald Trump né Joe Biden. A cinque giorni dal voto si fa sempre più forte il timore che la mattina del 4 novembre l’America possa svegliarsi senza sapere ancora chi sarà il presidente per i prossimi quattro anni.

L’incubo peggiore, poi, è che passino giorni, se non settimane, prima che ci sia un risultato definitivo. Come nel 2000, quando nella sfida tra George W. Bush e Al Gore si dovette attendere fino a dicembre.

Allora fu il riconteggio delle schede in Florida a tenere il Paese e il mondo intero con il fiato sospeso. Stavolta i problemi potrebbero invece arrivare dal voto per posta, con un numero record di elettori che quest’anno, complice la pandemia, ha preferito spedire la propria scheda piuttosto che recarsi alle urne: finora oltre 51 milioni di americani sui 71 milioni che hanno votato anticipatamente.

Il rischio è che lo scrutinio delle schede inviate possa andare avanti per giorni in diversi Stati. Del resto due decisioni dell’ultim’ora della Corte Suprema rafforzano questo scenario: in North Carolina infatti si potrà continuare a contare i voti per posta fino a nove giorni dopo l’Election Day.  E nel cruciale Stato della Pennsylvania è stata respinta la richiesta dei repubblicani di eliminare la prevista estensione di tre giorni.

“É un disastro”, ha attaccato Trump, accusando i democratici di voler “rubare le elezioni”. Nel campo democratico, invece, è arrivato l’appello della speaker della Camera Nancy Pelosi: “Non spedite più i vostri voti, non arriveranno”. L’amministrazione, ha denunciato, “sta facendo di tutto per sabotare il sistema postale.

Anche lo Us Postal Sevice sta ormai dicendo che è troppo tardi per inviare le schede, considerando che ci vogliono cinque, sei giorni perché vengano recapitate”. Il dato che preoccupa molti, infatti, è che sono almeno 42 milioni le schede spedite agli elettori che hanno richiesto di avvalersi del voto postale e che ancora non sono tornate indietro. Anche se è vero che molte persone potrebbero alla fine aver cambiato idea e deciso di votare di persona.

Intanto tra gli sfidanti delle elezioni presidenziali americane più costose della storia (oltre 6 miliardi di dollari, il triplo del 2016) è l’ennesimo duello a distanza ravvicinata in Florida, dove i sondaggi mostrano un testa a testa che lascia presagire uno sprint sul filo di lana.

Trump e Biden hanno parlato quasi in contemporanea a Tampa: il presidente nell’ennesimo bagno di folla con al suo fianco sul palco la first lady Melania, il candidato democratico in un evento formato drive-in per rispettare le misure anti-Covid.

A tenere banco negli ultimi giorni di campagna elettorale è msempre la pandemia, con gli Usa che in 24 ore hanno fatto mregistrare un record di oltre 81 mila nuovi casi e più di mille mmorti.

Dati arrivati qualche ora dopo l’ennesima ventata di ottimismo del presidente, entusiasta per il rimbalzo del Pil Usa, +33,1% nel terzo trimestre: “Siamo a un punto di svolta, ma se votate per Biden i vostri figli non andranno a scuola, non ci sarà nessuna cerimonia per diplomi o lauree, nessun matrimonio, nessuna Festa del Ringraziamento, nessun Natale e nessun Quattro luglio!”.

La replica dell’ex vicepresidente non si è fatta attendere: “Siamo sul baratro, votatemi e ci sarà finalmente una strategia nazionale nella lotta al virus e per rilanciare ml’economia e il lavoro”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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