Condanna islamici: “Ma basta attacchi a Maometto”

Agenti di sicurezza all'ingresso della chiesa Notre-Dame di Nizza.
Agenti di sicurezza all'ingresso della chiesa Notre-Dame di Nizza. (Ansalatina)

ISTANBUL. – Il giorno in cui il “terrorismo islamista” è tornato a seminare sangue e terrore in Francia è lo stesso in cui milioni di musulmani in tutto il mondo celebrano la nascita di Maometto.

Se sia stata solo una coincidenza, o la scelta simbolica di un piano criminale di vendetta resta ancora da chiarire. Ma di certo, l’attentato di Nizza è giunto al culmine di un durissimo scontro proprio intorno alla sacralità della figura del profeta dell’Islam e alla satira nei suoi confronti delle caricature di Charlie Hebdo.

Dopo giorni di feroci accuse e tensioni diplomatiche, la solidarietà dei leader del mondo musulmano non si è comunque fatta attendere. La Turchia, che fino a ieri aveva guidato la campagna di denuncia contro “l’islamofobia” del presidente francese Emmanuel Macron e la sua difesa delle vignette, ha condannato “con forza” il gesto terroristico, assicurando che “nessun motivo può giustificare l’uccisione di una persona né la violenza”.

Per Ankara, “è evidente che chi organizza un tale attacco brutale in un luogo di culto sacro non ha valori religiosi, umanitari e morali”. Ma il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato che “il terrorismo non ha religione, lingua o colore”, dopo che ancora ieri lo stesso leader turco aveva affermato: “Un musulmano non può essere terrorista, un terrorista non può essere musulmano”.

Una “condanna con forza” arriva anche dall’Arabia Saudita, colpita anch’essa oggi da un tentativo di attacco al consolato francese a Gedda, culminato con il ferimento di una guardia.

Dal Libano il premier designato, il sunnita Saad Hariri, ha fatto giungere la sua “condanna e più forte disapprovazione per l’odioso attacco criminale”, invitando “tutti i musulmani” a fare altrettanto, perché quello che è accaduto “non ha nulla a che vedere con l’Islam e il profeta”.

Il ministero degli Esteri egiziano si dice “a fianco della Francia”, mentre il grande imam della moschea di al-Azhar del Cairo, Ahmed al-Tayeb, ha parlato di un “atto di odio e terrorismo contrario agli insegnamenti dell’Islam”.

E anche l’Iran, dopo l’attacco diretto di ieri della Guida suprema Ali Khamenei a Macron, condanna l’attacco e lancia l’allarme su “un crescente circolo vizioso di discorsi di odio, provocazioni e violenza, che deve essere sostituito dalla ragione”.

Ma secondo il suo ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, “dobbiamo riconoscere che il radicalismo alimenta solo altro radicalismo, e la pace non può essere ottenuta con brutte provocazioni”.

Tra tante condanne, non mancano però voci dissonanti di fanatici sul web e anche di alcune figure politiche di spicco. A scatenare un putiferio sono state in particolare le dichiarazioni shock dell’anziano ex premier malese Mahathir Mohamad, in carica fino all’inizio di quest’anno, che su Twitter è giunto a scrivere che i musulmani avrebbero il diritto di uccidere “milioni di francesi per i massacri del passato”.

Parole di odio che sono state oscurate dal social network, ma solo dopo aver circolato per diverse ore sul web.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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