Biden prepara primi 100 giorni alla Casa Bianca

Il candidato democrata alla presidenza degli Stati Uniti Joe Biden con la senatrice della California Kamala Harris swcelta como la sua vicepresidenta.
Il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden con la senatrice della California Kamala Harris scelta como la sua vicepresidenta. (Ansa)

WASHINGTON.  – Tra un comizio e l’altro Joe Biden non si rifugia nella sua villa di Greenville, in Delaware, solo per evitare che il virus gli giochi brutti scherzi a un passo dall’Election Day.

Lì, in quel seminterrato che tante ironie ha suscitato da parte di Donald Trump, l’ex vicepresidente lavora già al possibile futuro, quello fortemente auspicato di una sua vittoria alle presidenziali del  3 novembre.

E nello studio, con un occhio ai sondaggi che continuano a vederlo in testa, non solo fa i debiti scongiuri, ma è un continuo di riunioni e audizioni via Zoom per cominciare a mettere a punto la squadra di governo e l’agenda dei primi 100 giorni alla Casa Bianca.

Un compito tutt’altro che semplice, con le varie anime dei democratici da mettere d’accordo. E soprattutto con l’ala sinistra del partito pronta a chiedere il conto dell’enorme sostegno dato alla campagna del moderato Biden, a partire da poltrone che contano nell’amministrazione. Così si fanno già i nomi di Elizabeth Warren al Tesoro e di Bernie Sanders al Lavoro.

Ma guai a pronunciarli esplicitamente in questa fase, con il presidente Trump che accusa Biden di essere “un burattino” in mano alla sinistra radicale. I ben informati però spiegano che al momento in pole per il Tesoro c’è Lael Brainard, ex della Fed ed ex sottosegretaria di Barack Obama.

Alla Giustizia, invece, si fa il nome della senatrice ed ex candidata presidenziale Amy Klobuchar, anche se per questa casella sarebbe in corsa anche la senatrice Warren. Per il posto di segretario di Stato invece le figure più gettonate sarebbero Susan Rice, ex consigliere per la sicurezza nazionale con cui Biden ha già lavorato alla Casa Bianca, o il senatore del Delaware Chris Coons, amico personale di Biden.

La lista delle persone sotto esame è però molto più lunga. Come lungo è l’elenco dei primi provvedimenti che Biden ha intenzione di firmare una volta entrato nello Studio Ovale. Il primo atto sarà il varo di un piano nazionale per la lotta alla pandemia, con misure valide per tutto il Paese.

Sia dal punto di vista sanitario, rendendo obbligatorie le mascherine, rafforzando il sistema dei test e del tracciamento dei contagi e varando le necessarie restrizioni; sia dal punto di vista economico, varando aiuti alle famiglie ed evitando che ai pazienti di Covid arrivino conti salati da parte degli ospedali.

Per il resto molto dipenderà dal controllo o meno del Congresso. Se il Senato tornerà in mano ai democratici l’ex vicepresidente potrà realizzare il piano più ambizioso, quello che ad alcuni fa sognare un nuovo New Deal, smantellando da subito gran parte dell’eredità trumpiana.

Dunque il ritorno degli Usa nell’accordo di Parigi sul clima e in quello sul nucleare dell’Iran, ridotti a carta straccia da The Donald. Ma sul piatto ci sono anche la riforma della polizia, l’estensione dell’Obamacare, l’eliminazione del bando di ingresso negli Usa per i cittadini di alcuni Paesi a maggioranza musulmana.

Se invece Biden sarà una “lame duck”, un’anatra zoppa con metà Congresso contro, tutto sarà molto più complicato. Ma l’onda blu democratica il 3 novembre per molti nel suo staff è una certezza. C’è solo da battere un certo Trump, ricordano però i consiglieri più prudenti.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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