Il covid spaventa i mercati, S&P non basta a Milano

Un cittadino passa davanti a uno schermo che riporta l'andamento del giorno della borsa di New York e Shangai. in Tokyo.
Un cittadino passa davanti a uno schermo che riporta l'andamento del giorno della borsa di New York e Shangai. in Tokyo. (ANSA-EPA/KIMIMASA MAYAMA)

MILANO. – Mercati sotto scacco per il Covid. L”impennata di casi negli Usa, le misure introdotte nelle ultime ore in Spagna, Italia, Germania per cercare di frenare il diffondersi dell’epidemia ma anche i contagi giornalieri in Francia sempre meno sotto controllo mettono a dura prova i listini del Vecchio Continente.

Non è da meno Wall Street con il tonfo di Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq mentre gli Stati Uniti sono chiamati la prossima settimana, il 3 novembre, alle presidenziali ma devono anche fare i conti con lo stallo al Congresso su un nuovo piano d’aiuti di fronte ad un virus che ha messo sempre di più all’angolo il Paese.

E nella tempesta perfetta Il Wto ha autorizzato formalmente l’Unione europea a imporre dazi per 4 miliardi di dollari sui prodotti americani nell’ambito della controversia sull’aviazione civile, che vede coinvolte Boeing e Airbus. Nello stesso contesto, dall’ottobre scorso Washington colpisce i prodotti europei con tariffe da 7,5 miliardi di dollari.

In Europa, dove l’indice d’area lo stoxx 600 ha perso l’1,8%, Francoforte è stata la Piazza peggiore. Il Dax ha pagato ,l’andamento contrastato degli indici Ifo che misurano la fiducia in Germania. E’ migliorato  il dato sulla situazione attuale (90,3 punti) mentre sono scesi quelli sulle aspettative delle imprese (92,7 punti) e sulla fiducia economica (95).

Ad incidere è stato poi il  crollo della multinazionale europea per la produzione di software gestionale Sap dopo le previsioni sul 2021, e che ha messo sotto pressione l’intero indice dei titoli legati all’informatica.

In una giornata essenzialmente di vendite Milano (Ftse a -1,76% e sotto i 19mila punti)  non ha avuto alcun beneficio dal recente miglioramento dell’outlook (da negativo a stabile) dell’Italia da parte di S&P Global Ratings che però ha spinto ulteriormente al ribasso i rendimenti dei titoli di Stato italiani, con quelli a 2 e 3 anni che hanno toccato i nuovi minimi storici.

Non è stato diverso l’andamento di Parigi (Cac 40 -1,9%) che oltre a scontare il pericolo di una seconda ondata coronavirus peggiore delle prima, si trova a fare i conti con le tensioni con la Turchia mentre il leader di Ankara Recep Tayyip Erdogan  ha lanciato un appello a boicottare prodotti francesi dopo il nuovo duro scontro dei giorni scorsi con Emmanuel Macron.

A Londra che ha perso meno degli altri listini (Ftse 100 -1,16%)  Astrazeneca ha guadagnato l’1,7% mentre il vaccino contro il Covid allo studio con l’università di Oxford sembrerebbe dare una forte risposta immunitaria negli anziani, secondo quanto scritto dall’Ft che ha anticipato i risultati del test clinico di fase 3 in corso.

Sotto la lente c’è poi il petrolio con le  prospettive sulla domanda che restano incerte. Il wti si è portato sotto i 39 dollari mentre il greggio è nell’area dei 43 dollari al barile.

L’Opec+ potrebbe dover rivedere i propri piani riguardo all’aumento dei ritmi produttivi programmato a partire da gennaio prossimo. Alla riunione in videoconferenza della scorsa settimana del Comitato tecnico dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i loro alleati, tra cui la Russia – che si è  tenuta in vista del vertice di fine novembre –  l’Arabia Saudita ha avvertito che le prospettive per la domanda sono incerte invitando ad assumere un orientamento “proattivo”.

Gli occhi degli investitori, sono poi puntati anche alla riunione della Banca centrale europea di questo giovedì non tanto per immediate nuove decisioni di politica monetaria ma, secondo quanto evidenziano analisti, per cogliere le indicazioni sulle mosse che arriveranno probabilmente a dicembre.

(di Fabio Perego/ANSA)

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