Primo giorno serrata e palestra si reinventa outdoor

Una palestra deserta.
Una palestra deserta. (ANSA)

ROMA. – La prima cosa che colpisce sono le tante auto parcheggiate nel piazzale. Eppure è il primo giorno della serrata per le palestre dopo il Dpcm con l’ulteriore stretta anti covid: la normalità al Due Punti, storico circolo della Capitale, è però solo un’illusione, perché la presenza degli appassionati è limitata alle attività all’aperto. Già perché in tempo di pandemia, al secondo lockdown, gli impianti sportivi si reinventano in formato outdoor.

E infatti i presenti sono tutti per padel, e tennis e qualche sgambata all’aria aperta. “Da questa mattina abbiamo serrato le palestre, le piscine, pratichiamo solo attività motoria con totale distanziamento come tennis e padel  – spiega Emanuele Tornaboni, il proprietario dello Sporting Club -, attività singola all’aperto come camminata veloce, running, camminata con pesetti e quanto ancora sarà possibile fare fuori”.

Tutte misure che erano state già adottate dopo la chiusura di marzo. Alla luce dell’ultimo provvedimento del governo dalla sua voce arriba però il grido d’allarme per l’intero comparto fitness e palestre: “Riapriamo prima del 24 novembre, riapriamo le piscine e le palestre, subito. Fare sport è sicuro” l’appello.

Centro di eccellenza che vanta circa tremila iscritti di cui mille bambini, e attivo nella zona nord della Capitale fin dal 1992, al fianco del presidente dell’Anif (Associazione nazionale impianti sport & fitness, palestre piscine e campi sportivi), Giampaolo Duregon, il “Due Ponti” si è speso in prima linea per evitare la totale chiusura, in difesa di un settore che con il lockdown vede colpiti circa centomila impianti “con danni economici esorbitanti – precisa Tornaboni – Ma soprattutto andiamo a bloccare il benessere, l’attività fisica di 20 milioni di praticanti in Italia”.

Per quanto riguarda il danno economico, si tratta di “centinaia di migliaia di euro persi a livello nazionale”, specifica Tornaboni, che solo al “Due Ponti” dà lavoro a “130 dipendenti, tra collaboratori e partite iva che rischiano di non lavorare a lungo”.

Passeggiando per il centro sportivo, nastri di delimitazione ovunque, l’acqua delle piscine piatta come il cloro inodore già filtrato dalle mascherine, sale vuote, macchinari transennati che erano già stati posizionati oltre i due metri di distanza dopo il penultimo Dpcm, appena una settimana fa. Ed è quello che fa più male alla categoria che ha vissuto questi sette giorni di “controlli” sulle misure messe in atto come una beffa.

“Arriveremo a marzo 2021 che purtroppo questi danni enorme potrebbero causare la chiusura definitiva del 60-70% degli impianti – aggiunge il proprietario del ‘Due Ponti’ -.   Tutta una parte di classe politica non ha letto l’importanza dello sport, forse perché visto sempre come superfluo. Il ministro Spadafora ci è stato vicino e ha cercato di lottare per evitare la serrata”.

Stamattina le telefonate di molti abbonati presentavano tutte lo stesso leitmotiv: “Ci hanno chiesto se si possono usare docce e spogliatoi. Sì, ma uno alla volta e in sicurezza – racconta Tornaboni – Ma in molti si domandavano se possono aprire il loro armadietto personale, c’è chi lì dentro conserva lettere d’amore, foto dei figli o amuleti”.

In molti si sono limitati solo alla telefonata, il 70% di loro ha però preferito restare a casa. E così rischia di essere ancora a lungo. Nel frattempo le prime gocce di pioggia scoraggiano anche quanti hanno tentato l’alternativa outdoor e lasciano i campi prima della fine della partita, o gli attrezzi a metà esercizio.

Con il vero autunno che incombe, anche a padel e tennis si dovrà rinunciare. E allora, salvo qualche dietrofront, la serrata sarà davvero totale.

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