“La scuola resterà aperta”. Di Maio difende Azzolina

Studenti del Liceo Isacco Newton a Roma.
Studenti del Liceo Isacco Newton a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Niente lockdown per la scuola. Il governo lo ripete come un mantra anche se i governatori si muovono in ordine sparso, con fughe in avanti e con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che tuona “con questi dati le scuole non riaprono”.

Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio difende a spada tratta la scelta di Lucia Azzolina di preservare l’istruzione dalla chiusura: “In questi mesi – spiega – ho visto e letto tante polemiche ad esempio sulla scuola, uno dei comparti che invece sta reagendo meglio e trovo assurda la campagna politica fatta contro la ministra”.

Il premier Giuseppe Conte, che ha sempre definito l’istruzione “un asset fondamentale”, è tornato a parlare oggi: “Bisogna evitare la chiusura delle scuole”. Sulla stessa scia la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: “Sono certa che la scuola si riesce a tenerla aperta. Anche lì serve uno sforzo. I giovani delle superiori ad esempio non si capisce perché non possano entrare a turni magari nel pomeriggio o nella tarda mattinata per evitare che sui trasporti salgano tutti insieme”.

E la stessa ministra dell’Istruzione mette in guardia: “Bisogna lavorare nell’interesse dei ragazzi, l’assenza da scuola avrebbe conseguenze drammatiche per il loro futuro”. Una linea che trova d’accordo anche i presidi che col presidente dell’Anp Antonello Giannelli sottolineano come “la didattica in presenza sia da preservare il più possibile”.

Ma il problema, come si è affannato a spiegare oggi anche il governatore lombardo Attilio Fontana, non riguarda la scuola in se’ quanto i trasporti sovraffollati che non consentono una didattica in presenza in sicurezza: “Io sono sempre stato a favore della scuola in presenza e contrario alla Dad, ma in una situazione di necessità bisogna fare delle scelte anche dolorose.

Prima dell’estate ho chiesto, con proposte dettagliate – ha spiegato – che il trasporto pubblico fosse supportato per non creare assembramenti ad alto rischio epidemiologico. È sotto gli occhi di tutti che tali premesse non siano state rispettate e che non siano state messe in campo, da parte del Governo centrale, misure per limitare il congestionamento dei mezzi pubblici nelle ore di punta”.

Intanto in tutto il Paese gli studenti hanno protestato con scioperi dalle lezioni e flashmob per chiedere scuole aperte e sicure. Dopo la decisione di alcune Regioni di chiudere le superiori, ricorrendo alla didattica a distanza , gli studenti ribadiscono che “il problema del contagio non sono le scuole, ma come è stata organizzata la riapertura – sostiene Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti –

Durante i mesi estivi non si è lavorato abbastanza per potenziare le corse dei trasporti, costruire nuove aule contro le classi pollaio e garantire l’organico necessario. Ora stiamo scontando un piano di riapertura che non ha dato risposte ai problemi che ogni giorno stiamo vivendo”.

Convinta dell’importanza di non rinunciare alla scuola è da sempre la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: “La scuola deve essere l’ultima a chiudere, senza se e senza ma” e “se ci sono delle criticità la risposta non può essere la chiusura delle scuola” deve essere invece “mettiamoci intorno ad un tavolo nel più breve tempo possibile e riorganizziamo i trasporti locali perché le scuole rimangano aperte”.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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