Istat: in otto mesi i decessi aumentano dell’8,6%, in Lombardia del 38%

Medici ed infermieri nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Policlinico Tor Vergata, in una immagine dell'11 aprile 2020
Medici ed infermieri nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Policlinico Tor Vergata, in una immagine dell'11 aprile 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Quattro mesi di passione, sotto il flagello del Coronavirus, sono il periodo che ci è voluto all’Italia per riportare la curva dei decessi lungo l’alveo di demortalità dell’era pre-Covid. E’ quello che emerge dal report dell’Istat sul censimento delle persone morte dal primo gennaio al 31 agosto 2020 appena pubblicato, con dati consolidati al 7 ottobre, e relativi a tutti i 7.903 Comuni italiani che confermano marzo, in piena espansione del Covid, come il mese più funesto per il Paese e in particolare per la Lombardia: +191,1% i decessi (cifra già emersa nella sua tragica entità) nella regione più colpita dal virus e teatro di una guerra in trincea.

Complessivamente nei primi otto mesi del 2020, in Italia si sono verificati 475.674 decessi, l’8,6% in più rispetto alla media dello stesso periodo 2015-2019. Il Nord conta un 19,5% di persone venute a mancare in più, con un picco del 38% in Lombardia, mentre il Centro e il Sud hanno registrato un decremento dei decessi dello 0,2% e del’1,1% anche mentre al Nord il virus infuriava.

Quando la prima rilevazione sulla mortalità è partita, con dati acquisiti ad aprile dopo l’onda d’urto pandemica esplosa il mese prima, i Comuni che avevano fornito i dati erano 6.866 e man mano il quadro si è meglio definito con l’arrivo dei flussi anche dai Comuni più piccoli, con meno di cento abitanti.

Da marzo – sono i numeri a parlare – si blocca il trend del calo della mortalità, riferita a tutte le cause, rispetto ai cinque anni precedenti. In Italia a marzo si sono registrati 85.786 decessi, una cifra in aumento del 47,2% rispetto ai valori medi del periodo 2015-2019.

Il prezzo più alto lo ha pagato la Lombardia con 25.560 morti. L’incremento più marcato è al Nord (+93,9%) rispetto al Centro (+12,2%), e al Sud (+4,3%). Dietro le file di bare lombarde, impresse nella memoria collettiva quelle portate via da Bergamo dall’esercito, seguono quelle dell’Emilia Romagna con +69,1% di decessi, poi il Trentino Alto Adige con + 62,2%, la Liguria (+53,5%), Piemonte e Valle d’Aosta con lo stesso dato (+52,8%).

A livello territoriale, riassume l’Istat, “è il Nord l’area in cui si registra l’inversione di tendenza più marcata a seguito della diffusione dell’epidemia di Covid-19, in particolare in Lombardia si passa da una diminuzione dei decessi del 5,8% del bimestre gennaio-febbraio 2020 – rispetto al quinquennio 2015- 2019 – ad un aumento del 191,2% nel mese di marzo”.

Scavallato il mese terribile, avanzano segnali di schiarite, forse per la miglior tenuta degli ospedali, le prime terapie, le misure di sicurezza nelle Rsa, il distanziamento nell’Italia blindata. Tutto aiuta. Nel mese di aprile – in pieno lockdown – si iniziano ad osservare, dice l’istat, “alcuni importanti cambiamenti”: si registra infatti, “pur in un contesto ancora drammatico, una riduzione dell’eccesso di mortalità totale rispetto allo stesso periodo del 2015-2019, proprio in alcune aree che per prime sono state colpite più duramente dall’epidemia di Covid-19.

A livello nazionale i decessi totali scendono dagli oltre 85 mila di marzo ai 72 mila di aprile e la variazione passa da un aumento medio del 47,2% di marzo (27 mila e 500 decessi in più rispetto alla media 2015-2019) al 39,2% di aprile (20 mila decessi in più). La diminuzione più importante si osserva in Lombardia: i morti scendono dai 25 mila e 500 di marzo a 17 mila di aprile e l’eccesso di decessi rispetto alla media degli stessi mesi del periodo 2015-2019 scende da 191,2% a 117,1%.

Nel mese di maggio, a livello medio nazionale, i decessi totali sono ancora lievemente superiori alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 (quasi 52 mila nel 2020, +2,1%). Solo in 3 regioni la differenza percentuale è di circa il 10%, il primato spetta ancora alla Lombardia, in cui si osserva anche nel mese di maggio l’eccesso di decessi più marcato(12,2%).

Con l’arrivo dell’estate – a giugno e luglio – ecco che finalmente, dopo tre mesi di serrata e una riapertura graduale della vita sociale ed economica, arriva a livello nazionale il ritorno della decrescita della mortalità, con un calo del numero dei decessi rispetto alla media 2015/2019 (rispettivamente dell’1,5% e del 3%). Ovunque si muore di meno nel raffronto con i cinque anni precedenti.

A luglio, per la prima volta dall’inizio della pandemia, anche la Lombardia (-4,9%) ha un numero di decessi inferiore rispetto allo stesso mese della media 2015-2019 e registra un valore negativo della variazione rispetto al quinquennio precedente.

(di Margherita Nanetti/ANSA)

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