Accordo tra Vaticano e Cina sulla nomina dei vescovi: “E’ cosa fatta”

Il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinal Pietro Parolin riceve il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo.
Il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinal Pietro Parolin riceve il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. EPA/VATICAN MEDIA

CITTÀ DEL VATICANO. – L’accordo tra Vaticano e Cina sulla nomina dei vescovi, firmato due anni fa, si proroga, “è cosa fatta”. L’annuncio ufficiale sarà oggi, 22 ottobre, ma già ieri mattina il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ha seguito l’intero dossier dall’inizio, si è sbilanciato con i giornalisti dando conferma dello sblocco alla proroga dell’accordo avviato due anni fa “ad experimentum” e che andrà avanti nella stessa modalità.

“L’augurio – ha spiegato il card. Parolin a margine di una cerimonia alla Antonianum – è che la Chiesa cinese ritrovi anche grazie a questo accordo l’unità e che possa diventare uno strumento di evangelizzazione”. L’accordo rimane segreto nei contenuti ma è “un segreto relativo”, ha concesso Parolin con un sorriso, “molti dei contenuti già si conoscono. Però è vero, per accordo delle due parti, finché l’intesa è “ad experimentum”, se ne terranno riservati i contenuti”.

Parolin ha spiegato anche i dettagli di come si sia arrivati allo sblocco: “La decisione è stata presa in questi giorni. Ci sono stati dei contatti tra le due parti. Il Covid ha rallentato tutto perché non si è potuto viaggiare però diciamo che ci sono contatti tra le parti”.

Parolin ha colto l’occasione anche per un primo bilancio su quanto l’accordo stia fruttando per la vita dei cattolici in Cina: “Certamente speriamo possa esserci un funzionamento continuo e migliore della vita dei cattolici grazie all’accordo ma siamo abbastanza contenti. Poi ci sono tanti altri problemi che l’accordo non si proponeva di risolvere. Sottolineeremo molto anche questo, non pensate che l’accordo possa risolvere tutti i problemi”.

A chi gli ha chiesto se infatti la persecuzione dei cattolici in Cina continui, ha risposto: “Persecuzione… bisogna saper usare le parole. Ci sono regolamenti che riguardano tutte le religioni, non solo quella cattolica”. “L’accordo – ha anche precisato – non riguarda le relazioni diplomatiche, siamo concentrati sulla Chiesa e su questo vorremmo insistere. L’Accordo non ha risolto tutti i problemi ma speriamo di poter affrontare e risolvere le difficoltà un po’ alla volta. L’intesa non ha neppure in previsione le relazioni diplomatiche. Riguarda la Chiesa e le nomine episcopali”.

Il risultato, raggiunto, secondo Parolin, “è che tutti i vescovi in Cina sono in comunione con il Papa. Non ci sono più vescovi illegittimi, questo è un passo notevole e da qui si tratta di partire e di fare passo dopo passo, cercare di trovare una normalizzazione per la vita della Chiesa”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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