Giro: Almeida sempre rosa di felicità, ora lo Stelvio

Il portoguese Joao Almeida in maglia ropsa e con mascherina.
Il portoguese Joao Almeida in maglia ropsa e con mascherina. ANSA/LUCA ZENNARO

MADONNA DI CAMPIGLIO (TRENTO). – Adesso è ufficiale: quella che per Joao Almeida poteva essere solo un sogno proibito, può trasformarsi in una concreta ambizione.

Il 22enne portoghese, che domani indosserà la maglia rosa per il 15/o giorno consecutivo (pochi come lui), se dovesse passare indenne dal “freezer” dello Stelvio – attenzione ai brividi della discesa, più che alla salita – può davvero coltivare ambizioni che, alla vigilia di questa 103/a edizione del Giro d’Italia di ciclismo, sembravano assurde: come quella di indossare la maglia rosa domenica a Milano.

Una grossa mano al corridore lusitano, che non nasconde un certo idillio per il suo illustre connazionale Cristiano Ronaldo, l’hanno data anche le autorità francesi, negando alla gara a tappe italiana la prevista scalata di un paio di vette abbondantemente oltre i 2 mila metri, come il Colle dell’Agnello e l’Izoard.

Colpa del Covid, non delle bizze del meteo che in autunno rappresentavano la principale insidia. Gli organizzatori del Giro, confermando un’invidiabile elasticità, hanno così inserito nel programma la tripla ascesa di Sestriere, dove si concluderà la tappa di sabato (partenza da Alba, in provincia di Cuneo).

Il Colle dell’Agnello e l’Izoard, però, sono altra cosa. Per lo Stelvio, che verrà affrontato domani nella Pinzolo (Trento)-Laghi di Cancano (Sondrio), invece, è tutto confermato: la cosiddetta “Cima Coppi”, il gigante della Valtellina con i suoi 2.758 metri, che verrò affrontato dal versante altoatesino, è pronto a mettere a dura prova la tenuta di Almeida e dei suoi avversari.

Nessuno potrà nascondersi: per chi punta a un ribaltone nella classifica generale, il terreno di battaglia è ideale. Lo sa benissimo Vincenzo Nibali che, sulla soglia dei 36 anni, sarà costretto a giocarsi il tutto per tutto – qualora ne avesse – come fece nel 2017, quando mise a repentaglio la maglia rosa dell’olandese Tom Dumoulin, aggiudicandosi una la tappa che poteva rappresentare un trampolino di lancio verso il suo terzo trionfo.

Dumoulin venne messo alle corde, nella tappa dello Stelvio, piegato da un problema intestinale, ma non andò ko e a Nibali rimase solo il rammarico per quel sogno in rosa che non si materializzò.

Adesso il vecchio “Squalo” sarà chiamato a un altro assalto e, dopo la “passeggiata” di oggi, dovrà  dare tutto, rischiando anche di saltare. Vale la pena provarci; lo stesso vale per Keldermann, ma anche per Jai Hindley, altro giovane e ambizioso talento della Sunweb (la squadra di Kelderman) che oggi avrebbe voluto pure scattare, ma alla fine si è dovuto accontentare del ruolo di “traino” del proprio capitano, sempre secondo nella generale a soli 17″ dal primato.

La sitcom andata in scena ai piedi di Madonna di Campiglio ha ricordato i duetti tra Froome e Wiggins, allora gregario e capitano della Sky, al Tour de France. Il “keniano bianco” scattava e il baronetto arrancava, ma alla fine era lui l’uomo indicato dal team Sky per vincere la Grande Boucle 2012. Oggi Hindlay è scattato, lasciandosi alle spalle Kelderman, poi ha rallentato e il capitano della Sunweb si è rifatto sotto.

La tappa odierna, da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio, prometteva tanto e mantenuto poco, portando alla ribalta l’australiano Ben O’Connor, nato a Subiaco – città della terra dei canguri omonima della località della Ciociaria –  che già ieri aveva cercato il successo, ma era stato beffato a poche decine di metri dal traguardo dallo sloveno Jan Tratnik. Oggi si preso la rivincita – per distacco – con gli interessi.

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