Ultimo duello tv con microfoni spenti, ira di Trump

Il presidente Donald Trump in un comizio.
Il presidente Donald Trump in un comizio. (ANSA)

WASHINGTON.  – Il cast di Happy Days torna insieme a sostegno di Joe Biden in Wisconsin, uno degli Stati “battleground” della campagna elettorale che ha fatto da sfondo alla leggendaria sitcom.

Per Donald Trump invece non sono giorni felici ma di ira, paura e disperazione, tanto da far tornare in auge i consiglieri della prima avventura alla Casa Bianca, da Corey Lewandowsky a David Bossie.

Brutte notizie anche dalla first lady Melania, che a causa di una “tosse persistente” nella convalescenza da Covid-19 cancella quella che doveva essere la sua prima partecipazione ad un comizio di Donald dopo 16 mesi.

Il presidente ostenta fiducia ma teme la sconfitta e mena fendenti senza precedenti, contro il suo rivale “corrotto”, il “disastroso” immunologo Anthony Fauci, e la Corte Suprema.

L’ultima polemica è quella sul secondo e ultimo duello tv, giovedì notte a Nashville, in Tennessee. Trump sta cercando di minare la credibilità della moderatrice di Nbc Keisten Welker, un’altra donna giornalista che potrebbe metterlo all’angolo come Savannah Guthrie nell’ultimo town hall. “É terribile, faziosa, è una democratica radicale schierata con Biden”, ha attaccato, dopo che la sua campagna ha rivelato che in passato la anchor era registrata come democratica e i suoi genitori avevano fatto donazioni a Hillary Clinton e allo stesso Biden.

Ma il presidente è adirato anche con la commissione per i dibattiti presidenziali per altri due motivi. Il primo è per la decisione di lasciare ad ogni candidato, all’inizio di ciascuno dei sei temi del confronto, due minuti senza interruzioni spegnendo il microfono di chi non sta parlando. Un cambiamento per evitare che la sfida degeneri in una rissa caotica, come la prima, ma che toglie a Trump una delle sue armi preferite.

Il presidente si è poi lamentato per l’esclusione dall’agenda della politica estera, dove poteva vantare qualche successo e attaccare l’avversario per qualche passo falso nella sua carriera, come il voto a favore della guerra in Iraq.

Ma la campagna di Biden accusa Trump di mentire perchè “teme di dover rispondere ad altre domande sulla sua disastrosa risposta alla pandemia” e sostiene che c’era un accordo per lasciare mano libera alla moderatrice: alla fine i temi scelti sono la pandemia, le famiglie americane, la questione razziale, il cambiamento climatico, la sicurezza nazionale e la leadership.

Intanto con una mossa senza precedenti, degna di uno Stato autoritario secondo i suoi detrattori,  l’inquilino della Casa Bianca sollecita il suo ministro della Giustizia William Barr ad agire contro il suo rivale politico e l’attività del figlio Hunter in Ucraina quando il padre era vicepresidente. “Debe agire e deve farlo velocemente”, ha detto alla Fox, chiedendo che Barr nomini un procuratore speciale.

“Questa è corruzione e deve essere conosciuta prima delle elezioni”, ha aggiunto riferendosi anche alle controverse rivelazioni del New York Post, secondo cui Hunter avrebbe organizzato un incontro tra il padre e un consigliere della società energetica ucraina dove serviva nel board.

“Orfano” di Melania, il presidente continua il suo tour de force negli Stati in bilico con un comizio a Erie, in Pennsylvania, dove Biden è avanti di quasi 4 punti e dove la corte suprema gli ha dato uno schiaffo, sentenziando che i voti per posta vanno contati se arrivano entro tre giorni dall’election day, anche se non hanno un timbro leggibile.

Cattive notizie anche da un sondaggio del New York Times: Biden guida a livello nazionale 50% a 41% e ha un ampio margine non solo sulla pandemia (+12%) ma anche su ‘”legge e ordine” (+6%), uno degli slogan elettorali del presidente.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento