Lockdown in Irlanda, la Spagna valuta il coprifuoco

Cartelli con istruzioni sul coronavirus appesi all'entrata di un palazzo in Irlanda. (Ansalatina)

ROMA. – “A tutti viene chiesto di restare a casa”. Sembra un film già visto ma è la triste realtà dell’Irlanda che, come ha annunciato il premier Micheal Martin, dalla mezzanotte di mercoledì sarà il primo Paese europeo a ripristinare il lockdown, seguito venerdì dal Galles, mentre la Spagna sta valutando di imporre il coprifuoco notturno, sull’esempio di Francia e Slovenia.

Secondo il direttore per le emergenze dell’Oms, Michael Ryan, l’aumento esponenziale dei casi di coronavirus nell’emisfero settentrionale è dovuto al fatto che le persone entrate in contatto con un contagiato “non sono state messe in quarantena per un periodo adeguato”. Certo, “non è accaduto ovunque e in modo sistematico, ma sono convinto che sia la principale ragione per la quale stiamo vedendo dei numeri così alti”, ha spiegato Ryan, precisando che nella metà dei 48 paesi dell’area Europa che fanno parte dell’agenzia dell’Onu i casi di Covid-19 sono aumentati del 50%.

L’Irlanda, che ha registrato finora quasi 51 mila casi e oltre 1.850 morti, sospenderà tutte le attività non essenziali per sei settimane, tranne le scuole e le strutture per l’infanzia perché, ha detto Martin, “non possiamo e non permetteremo che il futuro dei nostri bambini e dei giovani diventi un’altra vittima di questa malattia”.

La Spagna sta a sua volta considerando di decretare lo stato di allerta per tutto il Paese e introdurre il coprifuoco notturno. “Stanno arrivando settimane molto difficili: la seconda ondata è una realtà in tutta Europa”, ha avvertito il ministro della Sanità spagnolo Salvador Illa, aggiungendo che “dobbiamo ridurre la mobilità dei contatti con lo sforzo di tutti”.

In Gran Bretagna il premier Boris Johnson ha disposto restrizioni più severe alla città di Manchester, innalzando al massimo (‘molto alto’) il livello di allerta così come aveva già fatto a Liverpool, dove da giorni sono chiusi pub, bar, palestre e centri ricreativi. Nel tentativo invece di salvare almeno in parte la mobilità, l’aeroporto di Londra Heathrow fornirà da domani dei test salivari rapidi per i viaggiatori che devono prendere un volo per l’Italia o per Hong Kong, al costo di 80 sterline, a carico dei passeggeri.

Ma ad indicare che l’Europa è nell’occhio del ciclone della seconda ondata arrivano anche i dati della Russia, dove sono stati registrati 16.319 nuovi contagi: si tratta del numero più alto in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia, che portano a 1.431.635 il totale nel Paese.

Un nuovo record viene segnato anche in Olanda, dove in 24 ore sono stati segnalati 8.182 nuovi casi. Un’impennata di contagi si registra poi in Svizzera, Bulgaria, Bosnia e diversi altri Paesi europei.

Non va meglio oltreoceano, con l’Argentina che, quinto Paese al mondo, ha raggiunto e superato il milione di casi accertati, con oltre 26.700 morti. O negli Usa, dove il bilancio delle vittime ha superato quota 220 mila, a fronte di oltre 8 milioni e 200 mila casi. In Brasile poi il numero dei morti ha superato i 154 mila.

In controtendenza sembra andare Israele, che al terzo giorno di uscita graduale da un lockdown durato circa un mese ieri ha registrato una percentuale di contagi del 3,7 per cento, come lunedì. Ancora due settimane fa era all’11,3 per cento. E anche la Cina, dove nessuna nuova infezione da Covid-19 trasmessa a livello locale è stata segnalata ieri, mentre sono stati registrati 19 casi provenienti dall’estero.

Pechino ha peraltro fatto sapere che la Cina vanta 13 vaccini contro il Covid-19 in fase clinica, di cui 4 giunti in fase 3, quella finale: le dosi somministrate finora hanno interessato 60.000 persone, che non hanno segnalato effetti collaterali gravi

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