Conte annuncia: “Prime dosi vaccino forse già a dicembre”

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato in videoconferenza la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato in videoconferenza la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – La corsa al vaccino per il Covid è entrata nella fase decisiva, con diversi candidati che sembrano molto vicini ad avere i dati preliminari dei test, necessari per le prime richieste di approvazione. In l’Italia è stato il premier Giuseppe Conte ad aprire alla possibilità che le prime dosi arrivino già a dicembre, e anche negli Usa si spera in una approvazione entro l’anno, mentre in Cina già si parla di produzione di massa.

Le previsioni, ha ricordato lo stesso presidente del Consiglio a Bruno Vespa per il libro “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid), dipendono dall’esito dei test di fase 3 in corso. “Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto ‘rolling value’) del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.

Il vaccino di Oxford è uno dei due in corso di valutazione da parte dell’Ema, l’autorità europea sui farmaci, insieme a quello studiato da Pfizer. Questo secondo candidato è uno di quelli su cui si appuntano le speranze anche negli Usa, con il Ceo della compagnia che ha annunciato che la prima analisi preliminare sui dati della sperimentazione, e quindi la successiva richiesta per un’approvazione di emergenza all’Fda, potrebbe arrivare nella terza settimana di novembre.

La stessa timeline teorica, con l’analisi ad interim a novembre e l’eventuale approvazione a dicembre, è stata ipotizzata anche dall’amministratore delegato di Moderna, un’altra azienda che ha un vaccino in fase 3. “La prima analisi avverrà probabilmente in novembre, ma è difficile dire esattamente in che settimana perché dipende dal numero dei casi. Se invece ci vorrà di più ad ottenere i risultati il via libera potrebbe arrivare l’anno prossimo”.

Anche in Cina, il paese al mondo che ha più sperimentazioni in corso, sembrerebbe essere vicino il traguardo con Sinopharm, società cinese al lavoro su due candidati, che si avvia alla produzione di massa. Il presidente Liu Jingzhen, secondo la tv statale in lingua inglese Cgtn, ha detto nella conferenza stampa su ricerca e sviluppo finora fatti, che Sinopharm “è pronta a cominciare la produzione su larga scala di vaccini per assicurare scorte sufficienti e sicure”.

La Cina conta di produrre 610 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell’anno, ha confermato Zheng Zhongwei, a capo della task force di sviluppo dei vaccini anti Covid-19. La Cina, ha riferito inoltre Tian Baoguo, vicedirettore del ministero della Scienza e della Tecnologia, vanta 13 vaccini contro il Covid-19 in fase clinica di cui 4 giunti in fase 3, quella finale: le dosi somministrate finora hanno interessato 60.000 persone che non hanno segnalato effetti collaterali gravi.

Per accelerare i tempi invece il Regno Unito sta spingendo per essere la prima nazione a condurre degli studi esponendo deliberatamente cavie umane al coronavirus. I test, che dovrebbero coinvolgere fino a 90 volontari sani, potrebbero iniziare a gennaio e puntano ad accelerare la corsa per ottenere un vaccino contro il Covid-19. Il governo, riferisce la Bbc, sta investendo 33,6 milioni di sterline.

Anche se dovessero arrivare le approvazioni di emergenza già quest’anno, avvertono però gli esperti, ci sarà da aspettare per avere dosi sufficienti a coprire tutta la popolazione. Pochi giorni fa ad esempio la ricercatrice capo dell’Oms, Soumya Swaminathan, hja affermato durante una diretta Twitter che una persona giovane e in salute potrebbe non essere vaccinata contro il coronavirus fino al 2022. Lo stesso orizzonte temporale è stato evocato anche dal virologo Andrea Crisanti, secondo cui una vaccinazione di massa non avverrà prima di due anni.

(di Pier David Malloni/ANSA)

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