Scontro su licenziamenti, blocco solo con Cig Covid

Veduta di Palazzo Chigi, sede del Governo
Veduta di Palazzo Chigi, sede del Governo. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Evitare i licenziamenti senza obbligare le imprese a non licenziare. A distanza di pochi mesi dall’ultimo decreto per l’emergenza il governo si ritrova in pieno scontro con i sindacati sul blocco dei licenziamenti, che divide anche la maggioranza.

La soluzione andrà trovata di qui a sabato, quando il Consiglio dei ministri dovrebbe essere chiamato a varare il Documento programmatico di Bilancio che fa da cornice e, probabilmente, anche l’articolato vero e proprio della legge di Bilancio, magari “salvo intese”.

La soluzione, probabilmente, si muoverà sulla falsariga di quella già adottata proprio con il decreto agosto: il divieto di tagliare posti di lavoro dovrebbe rimanere ma strettamente legato alla proroga della Cig Covid che sarà accompagnata dalla proroga degli sgravi dei contributi per chi richiama i dipendenti al lavoro dalla cassa.

“Naturalmente chi utilizzerà la cig non potrà licenziare, come già previsto ordinariamente”, spiega il viceministro dell’Economia Antonio Misiani.

Cgil, Cisl e Uil sono sugli scudi dopo che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha espresso una posizione che è comunque maggioritaria tra i partiti che sostengono Conte (con l’esclusione di Leu): non si può continuare per sempre con il blocco generalizzato dei licenziamenti. “Non c’è una data di scadenza, purtroppo, la pandemia non è uno yogurt”, ha sottolineato, assicurando che l’esecutivo sta cercando tutti gli strumenti per evitare una emorragia di posti di lavoro.

I metalmeccanici, dice la Uilm, sono pronti anche a “sacrificare gli aumenti salariali” nel rinnovo del contratto “a una condizione: nessun licenziamento nei prossimi tre anni”. La situazione è “drammatica”, dice la Cisl, mentre la Cgil chiede la proroga “fino a fine emergenza”.

In realtà la libertà di licenziare, senza nuove norme, potrebbe scattare già da metà novembre per quelle attività che avessero esaurito le settimane di Cig Covid a disposizione (18+18), in particolare per quelle imprese piccole o piccolissime che nell’ordinario non hanno ammortizzatori e che rimarrebbero del tutto scoperte. Ma il governo, in vista della manovra, sta valutando una proroga “retroattiva” degli ammortizzatori di emergenza, in modo da non lasciare nessuno scoperto.

Ammortizzatori e aiuti ai settori più in difficoltà assorbiranno una grossa fetta delle risorse della Legge di Bilancio: Conte, prima di volare a Bruxelles, ha dato rassicurazioni a bar e ristoranti in un incontro con la Fipe, e anche per i partiti resta fondamentale continuare a sostenere ristorazione, turismo, cultura e spettacolo ancora più che in affanno.

La manovra, però, non sarà una mera riproposizione delle misure anti-crisi, ci tengono a sottolineare nel governo, e avrà il suo tratto distintivo nell’introduzione dell’assegno único per i figli. L’assegno è in cima ai desiderata del Pd – firmatario della delega che sta per essere approvata in Parlamento – e di Italia Viva, che esprime il ministro per la Famiglia.

I partiti hanno messo sul tavolo le loro priorità nell’ultima riunione a Palazzo Chigi, proseguita fino a notte fonda e riaggiornata al rientro del premier da Bruxelles venerdì sera. Nel frattempo al Mef si fanno e rifanno i calcoli delle coperture e si continua l’opera di scrematura della lunga lista presentata dai ministeri.

Molte delle richieste dei partiti dovrebbero essere accontentate: il superbonus al 110%, bandiera M5S, dovrebbe essere prorogato oltre il 2021 anche grazie ai fondi Ue del Recovery, così come certo è oramai l’assegno único (si sta ancora valutando, in base alle simulazioni, da quando farlo partire) e l’arrivo di nuovi fondi per scuola, Tpl e asili nido, perorati da Pd ma anche da Leu, che punta tutto sulla sanità, in particolare per dare un riconoscimento tangibile (più soldi, un premio) a medici e infermieri in prima linea contro il virus.

Di certo si proseguirà, come chiedono i Dem, con il calo delle tasse sul lavoro rendendo strutturale da un lato il taglio del cuneo tra 28mila e 40 mila euro di reddito (per circa 1,8-2 miliardi) dall’altro con la proroga della fiscalità di vantaggio per il Sud.

Anche la richiesta di Iv sul plastic e sugar tax potrebbe essere accolta non con la cancellazione delle due imposte ma con un nuovo rinvio dell’entrata in vigore, anche in attesa di vedere cosa deciderà Bruxelles in materia.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

Lascia un commento