Coronavirus: 7,5 milioni di casi negli Usa, stretta a New York

Un cittadino con mascherina a Times Square,
Un cittadino con mascherina a Times Square, New York. (Ansa)

NEW YORK. – Più di 7,5 milioni di contagi e quasi 211.000 morti. Negli Stati Uniti l’emergenza coronavirus resta altissima. Mentre la Casa Bianca sembra ormai un focolaio con almeno 11 persone positive, inclusi Donald Trump e la First Lady, è tutto il paese a vivere un nuovo aumento dei casi.

Un balzo che preoccupa soprattutto New York, l’epicentro della crisi, dove il governatore Andrew Cuomo ha imposto nuove restrizioni in diversi quartieri della Grande Mela, chiudendo le scuole, le attività non essenziali e vietando gli assembramenti, anche quelli nei luoghi religiosi.

L’obiettivo è quello di contenere il virus ed evitare il peggio per la città, che ancora sta pagando le conseguenze della pandemia fra uffici vuoti, ristoranti e palestre a capacità limitata e teatri chiusi. La stretta di Cuomo ha però scatenato la rabbia degli ebrei ortodossi, la comunità più colpita dai limiti e allo stesso tempo quella più restia a rispettare le regole.

Sfidando i divieti del governatore, centinaia di ebrei ortodossi sono scesi in piazza a Brooklyn per manifestare contro Cuomo, bruciando mascherine in segno di sfregio al nuovo lockdown mirato.

Mentre le polemiche divampano, Anthony Fauci, il super esperto americano in malattie infettive, ha esortato a non mollare la presa e ad agire nei prossimi mesi, che saranno critici. “Se non facciamo ciò che è necessario in autunno e in inverno, negli Stati Uniti potrebbero morire fra le 300.000 e le 400.000 persone per il Covid”.

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