In Russia 45mila morti, il doppio degli ufficiali

Cittadini con mascherine camminano nella Piazza Rossa di Mosca.
Cittadini con mascherine camminano nella Piazza Rossa di Mosca. (ANSA/EPA)

MOSCA. – I numeri dei contagi in Russia continuano a salire e con loro le voci di nuove misure restrittive, sulla linea di quanto sta accadendo in Europa.

Certo, per ora l’ipotesi lockdown viene esclusa con forza. Ma anche in primavera, nel corso della prima ondata, le autorità smentirono tutti i rumors salvo poi decretare l’autoisolamento forzato e demandare alle amministrazioni regionali le decisioni più difficili.

Intanto un’analisi dei dati pubblicati dall’ente di statistica federale – il Rosstat – sembra indicare che i morti reali, aggiornati ad agosto, siano stati circa 45mila. Ovvero molti di più dei 21.475 ufficialmente conteggiati fino ad oggi.

Insomma, la situazione sarebbe meno rosea di quanto non vogliano ammettere al Cremlino. Non è un caso se il vice ministro dell’Istruzione Viktor Basyuk prima ha dichiarato chenella regioni di Mosca, Ulyanovsk e Sakhalin “presto” le scuole passeranno all’insegnamento a distanza e poi, poco dopo, si è rimangiato tutto precisando che “non è ancora stata presa una decisione al riguardo”.

I dati però parlano chiaro. Nelle ultime 24 ore nel Paese sono stati accertati 10.888 nuovi contagi, il massimo dal 12 maggio scorso; solo a Mosca si contano 3.537 nuovi casi (in tutto dall’inizio dell’epidemia in Russia si sono registrate 1.225.889 infezioni).

Ora, sulla veridicità dei numeri aleggia da sempre qualche sospetto.  Il Moscow Times ha pubblicato un’analisi dei dati Rosstat da cui si evince che i decessi legati al Covid-19 – ovvero nei casi in cui era stato rilevato il coronavirus – sono per l’appunto più del doppio di quelli ufficiali. La Russia infatti conteggia solo le morti dovute a causa diretta del virus, una pratica contestata da molto osservatori.

Ora, 45mila morti su una popolazione di oltre 145 milioni di persone sarebbe comunque un risultato molto positivo e questo indica che la Russia, nel complesso, ha retto bene alla prima ondata. Ma l’economia resta fragile. Ecco perché l’ipotesi di un secondo lockdown appare come un incubo (non solo russo, peraltro).

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che nessuno ne parla, neppure nel caso di Mosca, dove i casi sono in aumento più che in altre parti del Paese.

Il sindaco Serghei Sobyanin, che poi è anche il capo della task force gobernativa contro il virus, ha però già disposto una settimana di vacanza aggiuntiva a ottobre alle scuole, lo smart-working obligatorio per il 30% del personale e l’isolamento (per ora solo consigliato) agli ultra 65enni.

Ma se i contagi non diminuiranno è disposto – questo dicono fonti bene informate sentite dalla testata indipendente Meduza – a misure più dure.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

Lascia un commento