Ania: 58% famiglie in difficoltà, prevenire crisi

Famigliola a passeggio in un parco co i bambini tenuti per mano

ROMA.  – La pandemia da coronavirus ha messo a nudo tutte le fragilità del nostro sistema economico e sociale e se prima del lockdown le famiglie che dichiaravano di essere in difficoltà erano un po’ meno della metà, ovvero il 46%, da giugno in poi questa quota è salita oltre la soglia psicológica del 50%, sfiorando addirittura il 60% (58% per l’esattezza).

Ma a fronte di questo preoccupante scenario arriva anche una notizia incoraggiante: disporre di solide conoscenze finanziarie può fare la differenza per affrontare le emergenze in periodo di crisi.

Ed è proprio su questi temi, oltre che sull’importanza di avere una cultura del rischio e sulla necessità di colmare il gap in termini di educazione dell’Italia nei confronti degli altri paesi, che si sono confrontati oggi i massimi esponenti di Ivass e Ania, Daniele Franco e Maria Bianca Farina, nel corso della Giornata dell’Educazione assicurativa.

Franco in particolare ha fatto notare che in uno scenario inedito come quello scaturito dalla pandemia “sono affiorati nuovi bisogni, nuove fragilità e nuove forme di incertezza. Ci siamo trovati esposti a rischi prima non evidenti o comunque non ben compresi”, in cui si sono “confermati i profili di vulnerabilità del sistema economico di fronte a eventi di tipo catastrofale, che compromettano il regolare funzionamento delle attività produttive”.

E di fronte a questa situazione, ha affermato il numero uno dell’Ivass, la lezione da trarre “è che occorre rafforzare sia la prevenzione sia la capacità di gestione delle crisi. Il settore pubblico e il settore privato devono cooperare sotto entrambi i profili”. E il settore pubblico in particolare deve saper offrire prodotti a protezione del reddito di famiglie e imprese. Ma l’educazione assicurativa, a suo parere, “è cruciale per rendere individui e imprese più consapevoli dei rischi che corrono e degli strumenti che possono attivare per gestirli”.

Dunque  “il potenziamento delle iniziative di alfabetizzazione assicurativa e finanziaria debe contribuire alla ripresa del Paese” contribuendo così a recuperare i ritardi italiani in questo settore.

Dello stesso parere anche la presidente dell’Ania secondo la quale oramai “siamo tutti coscienti che una maggiore conoscenza finanziaria e assicurativa è un asset indispensabile per crescita stabile e sostenibile”.

Citando i dati Doxa sul campione di persone in difficoltà post covid Farina ha rilevato infatti che il 49,5% di coloro che dichiarano di possedere conoscenze finanziarie sarebbe capace di affrontare una spesa improvvisa dell’entità indicata, contro il 27,7% del campione meno alfabetizzato.

Per la presidente dell’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici “si tratta di risultati che confermano in modo chiaro la stretta correlazione tra alfabetizzazione finanziaria e capacità di far fronte a momento di crisi e di difficoltà” da cui si evidenzia “la necessità di investire nell’educazione finanziaria e assicurativa delle persone, che rappresenta uno strumento cruciale per rafforzare “strutturalmente” la resilienza di persone e famiglie”.

Farina ha quindi puntato il fuoco anche sulla necessità di una cultura dei rischi: “se resterà difficile, se non impossibile, prevedere il cigno nero – ha osservato infatti – è anche vero che resta e resterà sempre efficace la considerazione che affronteremo meglio gli eventi imprevisti se avremo sviluppato la cultura dei rischi”.

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