Brexit: l’Ue avvia un’azione legale contro Londra

Un cartello a Londra che segnala la direzione per il Brexit a sinistra e per l'Europa a destra.
Un cartello a Londra che segnala la direzione per il Brexit a sinistra e per l'Europa a destra. (ANSA)

BRUXELLES.  – L’Unione europea passa all’azione legale contro il Regno Unito per le violazioni dell’accordo sulla Brexit, ma resta al tavolo del negoziato in cerca di un’intesa sulle relazioni commerciali future.

Nel giorno del vertice europeo straordinario, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha salutato l’arrivo dei 27 leader con l’annuncio dell’avvio di una procedura di infrazione contro Londra per la violazione del patto di divorzio.

Per il momento si tratta di una lettera di messa in mora, il primo passo previsto dall’iter, a cui la Gran Bretagna potrà rispondere con le sue osservazioni entro un mese. Un contenzioso che tuttavia – in mancanza di una soluzione – potrebbe anche far finire il Regno di Elisabetta II di fronte alla Corte di giustizia europea, per violazione di un trattato internazionale.

Il casus belli resta il progetto di legge sul mercato interno britannico, l’Internal market Bill, già approvato dalla Camera dei Comuni ed ora in discussione a quella dei Lord. Come ribadito da von der Leyen, “la norma così com’è” non solo “viola l’obbligo di buona fede sancito dall’accordo” ma è anche “in pieno contrasto con il protocollo sulle frontiere tra l’Irlanda e l’Irlanda del nord”, siglato circa un anno fa proprio con il premier Boris Johnson.

“Avevamo dato fino a fine settembre agli amici britannici per rimuovere le parti problematiche dal progetto di legge. Il termine è scaduto ieri” e nulla è cambiato, “per questo stamani la Commissione europea ha deciso di inviare una lettera di messa in mora, primo passo della procedura di infrazione”, ha argomentato von der Leyen.

“Risponderemo alla lettera a tempo debito”, ha tagliato corto un portavoce di Johnson, ricordando come il governo abbia già nei giorni scorsi “indicato le ragioni per introdurre misure” che chiariscano le ambiguità del protocollo. Si tratta di “creare una rete di sicurezza legale per proteggere il mercato interno del Regno Unito” e al tempo stesso “tutelare il proceso di pace irlandese”.

La mossa di Bruxelles – salutata con favore da Dublino, con il premier Michel Martin che ha richiamato Londra al “rispetto” dei patti – lancia un segnale di fermezza e secondo alcuni osservatori più che una vera punizione è un modo per guadagnare tempo in attesa di vedere come andranno i negoziati  sulla partnership commerciale con i britannici.

Una presa di posizione per evitare di essere additati come protagonisti del fallimento nel caso la trattativa sull’accordo che dovrebbe entrare in vigore allo scadere del periodo di transizione, il 31 dicembre, deragliasse, con conseguenze economiche pesanti.

Il capo negoziatore della Ue, Michel Barnier, domani sarà al summit proprio per informare i capi di Stato e di governo sugli ultimi sviluppi della difficile contrattazione proseguita anche questa settimana, ma secondo il Financial Times le posizioni non si sarebbero ancora avvicinate al punto tale da far prefigurare una svolta a breve.

Tuttavia la Brexit è solo uno dei dossier del nutrito carnet del vertice straordinario di oggi e domani a Bruxelles. Una riunione  convocata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel  soprattutto per affrontare questioni spinose di política estera, a partire dalle tensioni nel Mediterraneo orientale e le difficili relazioni dell’Ue con la Turchia.

Un tentativo anche di sbloccare le sanzioni mirate al regime di Lukashenko in Bielorussia, attualmente tenute in ostaggio da un veto di Cipro, che chiede una posizione altrettanto ferma contro Ankara.

Un tema, quello della Turchia, che si intreccia anche con la crisi nel Nagorno-Karabakh, e la situazione in Libia, entrambe questioni in agenda assieme ai rapporti Ue-Cina e al tema Russia, soprattutto alla luce dell’avvelenamento dell’oppositore Alexey Navalny.

Lascia un commento