Meloni ‘promossa’ in Ue, rilancia la sfida sulla leadership a destra

Un frame da Facebook della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, 28 settembre 2020.
Un frame da Facebook della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, 28 settembre 2020.

ROMA. – Con l’elezione all’unanimità alla guida del partito Conservatore europeo, Giorgia Meloni aggiunge un altro importantissimo tassello al rafforzamento della sua leadership all’interno del centrodestra. Una ‘promozione’ nell’Europa che conta che, unita agli ottimi rapporti con l’America di Trump, rilancia le chance del Presidente di Fratelli d’Italia di diventare la vera leader di una “destra di governo”, con un ruolo di “cerniera” tra Lega e Forza Italia. Lo dice lei stessa dice in conferenza stampa al Senato.

Nel giorno in cui Matteo Salvini va a Venezia a incontrare Luca Zaia, che con la sua lista ha trionfato alle ultime regionali, Meloni vola alto. Nella sala Nassiriya parla della sua “terza via” a Bruxelles, distinta e distante sia dalle forze ‘lepeniste’, perennemente tentate da posizioni estremiste no-Euro, sia dai fan acritici della eurocrazia e dell’Unione così com’è. La sua sfida è dimostrare che ,”c’è spazio tra le due opzioni, quella di chi dice usciamo dall’Europa e quella di chi punta a starci solo obbedendo ciecamente”.

Nel ritagliarsi la guida di questa area, critica ma responsabile, disponibile al dialogo e non condannata al ruolo di mera testimonianza, Giorgia Meloni rilancia l’idea di “stare in Europa, ma a testa alta, cercando una sintesi sulla base dei valori”.

Ma la leader di Fdi trasporta il ragionamento nelle dinamiche del centrodestra italiano: la sua nomina dimostra quanto sia fallace la lettura del “mainstream” secondo cui con la destra al governo “l’Italia cadrebbe nel baratro dell’isolamento internazionale”. E’ vero il contrario. E forse proprio per questo lei non molla di un centimetro nei confronti della Lega.

Nel suo giorno di ‘gloria europea’ va oltre, cercando di occupare uno spazio politico teoricamente appannaggio del partito di Salvini: “Il nostro partito, l’Ecr – chiarisce – è il partito dei sovranisti in Europa, perché è la forza che rispetta la cultura e l’identità degli Stati nazionali”.

Che tra i due leader, anche dopo i risultati delle regionali, ci sia freddezza, lo dimostra il fatto che né Salvini né alcun esponente del suo partito si sia congratulato con la Meloni della nomina odierna, accompagnata invece da un coro di elogi di Forza Italia. Prima la capogruppo Maristella Gelmini, poi il vicepresidente Antonio Tajani, quindi la vicepresidente del gruppo al Senato, Licia Ronzulli le hanno rivolto le loro felicitazioni, seguiti da tutti i big azzurri.

E in serata la stessa Meloni racconta di una affettuosa telefonata con Silvio Berlusconi: “L’ho chiamato per fargli gli auguri di compleanno e lui mi ha fatto i complimenti. L’ho sentito sinceramente contento per questa mia elezione”. Salvini? “Non ho avuto modo di sentirlo”, chiosa.

Nel frattempo, l’ex ministro dell’Interno è volato a Venezia, dove ha fatto visita al governatore del Veneto Luca Zaia, con l’obiettivo di mettere a tacere ogni boatos riguardo a una vera o presunta concorrenza interna. “Con Luca siamo quasi una coppia di fatto, sento più lui che mia madre”, ironizza Salvini al termine del loro incontro.

Ma il ‘Capitano’ è ormai proiettato sulla ‘tre giorni’ di Catania, una sorta di kernesse che vedrà tutto il centrodestra unito, dal primo al tre ottobre, a manifestare contro la scelta della magistratura di mandare a processo Salvini in seguito alla vicenda Gregoretti.

Sono già oltre 200 i giornalisti accreditati per assistere a questa iniziativa alla nuova dogana di Catania, dal titolo “Gli italiani scelgono la libertà'”, tre giorni tra dibattiti, interviste, dove Giorgia Meloni non farà mancare al sua presenza mentre é lo stesso Cavaliere a spronare i parlamentari di Fi ad esserci.

(di Marcello Campo/ANSA)

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