Governo scioglie il nodo Def. Pressing Pd sul Decreto sicurezza

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto all’Assemblea di Confindustria.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto all’Assemblea di Confindustria. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Un vertice “lampo” come non lo si vedeva da tempo “scioglie” il primo nodo del governo e del premier Giuseppe Conte in vista del Recovery Plan: la nota di aggiornamento al Def. La fumata bianca arriva dopo un’ora scarsa di riunione tra Conte, i capi delegazione e i responsabili economici dei partiti di maggioranza ma l’ok finale si avrà solo domenica e non nel Cdm.

Slittamento dovuto sia per l’agenda di Conte – giovedì e venerdì sarà a Bruxelles – ma anche perché, accanto al sì alla Nadef il Pd vuole che ci sia anche l’atteso via libera ai decreti sicurezza. Il pressing dei Dem, nelle ultime ore è salito vertiginosamente. E, nella riunione serale di Palazzo Chigi a farsene portavoce è il capodelegazione Dario Franceschini.

Del resto, dal giorno dopo le Regionali Nicola Zingaretti ha chiesto a Conte di approvare il più presto possibile le modifiche ai decreti Salvini. Anche perché, per il Pd, l’intesa è stata di fatto raggiunta e ricalca l’accordo siglato a luglio sulle bozze alle quali hanno lavorato, assieme al titolare del Viminale Luciana Lamorgese, la delegazione della maggioranza.

Che da qui a domenica il dibattito interno al governo fili liscio, tuttavia, resta da vedere. In serata il presidente della Camera Roberto Fico assicura che i voti del M5S sui nuovi decreti ci saranno. Ma Fico rappresenta l’ala del Movimento che, anche nel governo M5S-Lega, ha sempre malvisto la politica securitaria dell’allora vicepremier Salvini.

C’è chi, come Giulia Grillo, ad esempio ritiene che la modifica dei decreti sull’immigrazione, alle porte dell’inverno quando gli sbarchi storicamente diminuiscono, non sia una priorità. E, non a caso, solo due giorni fa Luigi Di Maio si mostrava prudente dicendosi fiducioso “di trovare una soluzione con il dialogo”.

Quella soluzione che, per il Pd, è già messa nero su bianco nello schema dei decreti che approderanno in Cdm domenica. Il nodo migranti, del resto, si interseca con il caos interno al Movimento post-Regionali.

In serata il capo politico Vito Crimi vede i sindaci pentastellati in uno degli ultimi incontri che precederanno la decisione di quale strada prendere per la nuova organizzazione. A meno di colpi di scema la strada sarà quella di un percorso – guidato da una sorta di comitato di “saggi” – che porti ad una nuova leadership e agli Stati Generali. Leadership che, sottolinea Fico, deve essere collegiale.

I nodi sono tanti, a cominciare da quello di Rousseau. “Ridiscuteremo di tutto in modo costruttivo, non credo ci saranno scissioni, spiega Fico. Ma lo scontro finale tra chi vorrebbe trasformare Rousseau in una sorta di format informatico e chi vuole mantenere, in campo alla piattaforma, la gestione di temi cruciali come le candidature, è ormai dietro l’angolo.

(di Michele Esposito/ANSA)

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