Inps: intoppo Cassa integrazione, oltre 200mila domande in stand-by

Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale.
Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale. (ANSA)

ROMA.  – L’Inps resta sotto i riflettori. Non solo per il raddoppio dello stipendio del presidente e le relative polemiche, ma anche per i numeri sulla casa integrazione.

Un rebus lontano dalla soluzione. “C’è ancora un intoppo. Secondo le nostre tabelle il differenziale tra le domande presentate e quelle autorizzate è ancora alto”, dice il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto (Civ), Guglielmo Loy.

Lo scarto precisamente è di 226 mila pratiche. Alcune magari recenti, altre più mature. Tutte in stand-by. Ma la platea dei lavoratori interessati è superiore, fa notare Loy. E potrebbe anche sfiorare il mezzo milione.

Cifre in ogni caso molto ma molto distanti da quelle fatte giusto lo scorso venerdì dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che aveva parlato di “30 mila” persone in attesa. E in effetti è questo il numero che compare nelle tabelle pubblicate sul portale web dell’Istituto. Dati aggiornati al 10 settembre il numero di quanti sono in attesa è nel dettaglio pari a 30.324.

Ma si tratta di un segmento preciso, che corrisponde a coloro che non hanno ricevuto “nessun pagamento”, si legge nella nota che accompagna le schede sulle integrazioni erogate direttamente dall’Inps. “Prevalentemente” con riferimento alle domande pervenute da giugno in poi. Sperando quindi che non ci siano casi, se non sporadici, di arretrati anteriori.

Anche su questo Loy spiega: “c’è una parte alta in ritardo di un mese, e alcune parti significative in ritardo di un paio di mesi. Quello che temiamo è che con il decreto di Agosto si accumulino domande con procedure più difficili, il legislatore ci mette del suo a non semplificare”. In tutto ciò comunque le imprese aspettano ancora la circolare attuativa del decreto approvato il mese scorso, tiene a rimarcare il presidente del Civ, che è l’organo che fissa linee d’indirizzo, obiettivi e approva il bilancio dell’Inps.

Alla guerra dei numeri si sovrappongono, ormai dal weekend, gli attacchi e i contro-attacchi sulla vicenda che gira intorno alla retribuzione di Tridico. Compenso raddoppiato, da 62 mila a 150 mila euro. Rialzo determinato con un decreto interministeriale del 7 agosto scorso, con efficacia a partire dal 15 aprile, data del Consiglio di amministrazione presieduto da Tridico. Sul dossier sarebbero in corso le verifiche da parte del Governo.

Ma per i deputati Cinque Stelle della commissione Lavoro “più passano le ore e più il “caso Tridico” si dimostra una colossale fake news”, visto che, fanno notare, “persino nella stessa Inps il compenso di Tridico è più basso rispetto a quello di altre figure: sono ben 31 i dirigenti di livello generale dell’istituto che hanno un guadagno di 240mila euro”.

Posizione ribadita sul Blog delle Stelle, che parla di “una vergognosa campagna denigratoria”: la verità, “è che Tridico dà fastidio e deve essere eliminato per metter qualcun altro al suo posto”.

Intanto Tridico in un colloquio con il Corriere della Sera fa intendere di non avere alcuna voglia di dimettersi.  Ma le opposizioni tornano a farsi sentire. Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede le dimissioni “non per l’aumento” dello stipendio, ma “per il fatto che ci sono ancora 500 mila lavoratori e lavoratrici senza Cig”.

Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Mariastella Gelmini, “il fallimento dell’Inps è sotto gli occhi di tutti, e il Paese non merita una simile deriva”.

Anche dalla maggioranza c’è chi invita a concentrare l’attenzione più sull’Istituto che sugli emolumenti: “il problema dell’Inps non è lo stipendio del presidente ma il funzionamento della macchina. Chi di populismo ferisce, di populismo perisce”, osserva il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

(Marianna Berti/ANSA)

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