Coronavirus in Italia: positivi sopra quota 50mila, mai così da 4 mesi

Studentesse entrano a scuola a Codgno
Studentesse entrano a scuola a Codgno. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Per la prima volta dopo 4 mesi gli attualmente positivi al Covid 19 in Italia tornano sopra i 50mila ed è l’ennesimo campanello d’allarme che suona, con la diffusione del virus che prosegue la sua lenta e progressiva crescita ormai da otto settimane.

“Dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per combattere il virus e puntare sulla ricerca scientifica per cure e vaccini efficaci e sicure ma nel frattempo – ribadisce il ministro della Salute Roberto Speranza definendo “impressionante” il dato dei morti per la pandemia che nel mondo ha superato il milione – ciò che fa davvero la differenza restano i comportamenti corretti di ciascuno di noi. Servono ancora massima attenzione, serietà e prudenza”.

Il bollettino quotidiano del ministero della Salute sconta, come ogni lunedì, i pochi tamponi fatti la domenica: solo 51.109, oltre 36mila in meno rispetto agli 87.714 di sabato, che hanno consentito di individuare 1.494 nuovi casi, 272 meno del giorno precedente.

Ma il dato non rappresenta un calo dei contagi, anzi: il rapporto tra il totale dei contagiati e il numero di tamponi effettuati è ora al 2,92 mentre la settimana scorsa era tra l’1,8 e il 2. Rimane invece stabile l’incremento delle vittime, 16 in più nelle ultime 24 ore (mentre è stato di 17 negli ultimi due giorni), che porta il totale dall’inizio dell’emergenza a 35.851.

La curva dei contagi continua dunque a salire lentamente, come conferma anche l’incremento dei malati – 705 in più per un totale, appunto, di 50.323 – delle terapie intensive, altri 10 pazienti in più che portano il totale a 264, e dei ricoveri nei reparti ordinari, dove ci sono 2.977 pazienti, 131 in più rispetto a sabato.

Numeri che non si registravano dal 27 maggio, quando i positivi erano 50.966, anche se c’è una differenza fondamentale rispetto a quattro mesi fa: allora, tra i pazienti nelle terapie intensive e quelli nei reparti ordinari, c’erano oltre 8.200 persone; oggi ce ne sono poco più di 3.200.

Cinquemila in meno, dunque, che è più o meno la differenza dei pazienti in isolamento domiciliare: oltre 47mila oggi, poco più di 42.700 a fine maggio. Significa che il sistema di screening funziona, consentendo di individuare prima i casi, a partire dagli asintomatici, e che il sistema sanitario regge e non sta andando in sovraccarico.

Ma i segnali di pericolo non vanno sottovalutati. Come i 4 comuni in semi lockdown in Sardegna. O i rischi che, lo ha ricordato il consigliere di Speranza Walter Ricciardi, stanno correndo Campania e Lazio, le due regioni che oggi fanno segnare gli incrementi più consistenti, rispettivamente 295 e 211 casi in 24 ore.

Nell’ultima settimana la Campania è stata più volte la regione con il maggior numero di casi tanto che il presidente Vincenzo De Luca ha scritto nei giorni scorsi al Viminale chiedendo un piano di impegno straordinario delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle misure anti-Covid.

De Luca deve però respingere l’attacco del sindaco di Napoli. “E’ sconcertante – dice Luigi de Magistris – che a sette mesi dall’inizio della pandemia non abbiamo la garanzia che vengano fatti i test e soprattutto i tamponi necessari”.

Anche il Lazio negli ultimi giorni ha fatto segnare incrementi importanti. Da giorni il presidente della Regione Nicola Zingaretti sottolinea la necessità di “continuare a stringere i denti e non affollare le metropoli di eventi di massa che sono possibili focolai”, altrimenti si ritorna al lockdown.

E non è escluso che si possa arrivare – come ha già fatto la stessa Campania e diversi sindaci – “all’obbligo delle mascherine sempre” come ha detto nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

Il governo intanto, prima di prendere in considerazioni eventuali nuove misure e affrontare la questione dello stato d’emergenza in scadenza il 15 ottobre (che sarà comunque molto probabilmente prorogato), attende di valutare l’effetto della riapertura delle scuole e il ritorno degli uffici pubblici sulla curva dei contagi.

I primi dati potrebbero essere disponibili già alla fine di questa settimana, quando si farà anche un punto sui test rapidi nelle scuole. Oggi sono partiti nel primo liceo a Roma e il presidente del Veneto Luca Zaia che arrivi velocemente il via libera da parte del governo.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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