Sindacati: lavoro al centro o avanti mobilitazione

Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio.
Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio. (Ansa)

ROMA.  – I sindacati tornano in piazza e richiamano governo, e imprese, al confronto per definire insieme la strada per la ripresa economica e sociale, costruita su un “patto”, e per definire un nuovo modello di sviluppo.

Cogliendo l’occasione dei fondi europei, a partire dai 209 miliardi del Recovery Fund – ma anche delle risorse del Mes per la sanità – a cui agganciare gli investimenti indispensabili per il recupero del Pil e dell’occupazione, falcidiati dagli effetti della pandemia.

Dalle manifestazioni in 23 piazze d’Italia, Cgil Cisl e Uil – con i segretari generali in tre città, Maurizio Landini a Napoli, Annamaria Furlan a Milano e Pierpaolo Bombardieri a Roma – fanno risuonare il messaggio che bisogna “Ripartire dal lavoro”, lo slogan della giornata di mobilitazione nazionale, tanto più in questa fase. Che non si fermerà, avvertono, se non arriveranno risposte concrete.

Tante le questioni al centro, dalla riforma degli ammortizzatori sociali e la proroga del blocco dei licenziamenti alla riforma del fisco, dal rinnovo dei contratti pubblici e privati alla previdenza. Partendo appunto dal lavoro. “Rimettere al centro il lavoro significa che il Paese può cambiare solo con il contributo di tutti”, afferma Landini.

E vista la mole delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea, “vogliamo essere ascoltati” e partecipare alle scelte su come investirle, individuando linee guida e priorità. Investendo, sostengono, nelle infrastrutture, sugli ammortizzatori sociali “universali” legati alle politiche attive e quindi alla formazione e alla ricollocazione dei lavoratori in difficoltà; per creare nuovi posti di lavoro e di qualità, per combattere la precarietà e sostenere i l’occupazione ma anche la contrattazione. Per il mezzogiorno, la sicurezza, l’istruzione e la sanità pubblica.

Di qui, l’appello al confronto con Palazzo Chigi. “Da tanto aspettiamo la convocazione del presidente del Consiglio che continua a non arrivare”, afferma Furlan, sostenendo che “nessun euro di quei 209 miliardi debe essere sprecato. Tutto deve andare alla crescita, al lavoro, e all’insegna della coesione sociale”. Intanto viene riprogrammata la riunione con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per il 24 settembre.

I sindacati rilanciano la proposta di un patto per il Paese. “Non diamo deleghe in bianco a nessuno”, chiarisce la segretaria generale della Cisl, rimarcando “la volontà di fare un grande patto” e rivendicando “la rappresentanza sociale”. “Chiediamo al governo di cambiare strada, di ascoltare queste piazze”, afferma Bombardieri: “Senza risposte, continueremo la mobilitazione”. Piazze che “parlano di lavoro, non di voto e referendum”, sottolinea ricordando che i sindacati hanno lasciato libertà di voto ai propri iscritti, e chiedendo alla politica di stare “meno nei palazzi del potere e sui social e più in piazza e sui posti di lavoro”.

Tutta aperta è la questione dei rinnovi contrattuali e il confronto con Confindustria. Il blocco dei rinnovi “è una strada che rischia di portare solo ad uno scontro. Ed è  quello di cui non abbiamo bisogno”, ammonisce Landini. I contratti vanno rinnovati e gli aumenti vanno detassati, insistono Cgil, Cisl e Uil. “Li aspettiamo alla prova dei fatti”, dice Furlan.

Mentre Bombardieri, ai contratti “rivoluzionari” di cui aveva parlato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, risponde che “la vera rivoluzione la faremo noi restituendo dignità al lavoro e ai lavoratori”. Da affrontare anche la riforma del fisco, che va reso “più equo”, riducendo le tasse ai dipendenti e ai pensionati e combattendo i 110 miliardi di evasione, e delle pensioni, garantendo più flessibilità in uscita, e una pensione “dignitosa” ai giovani e per le donne, ma anche aumentando gli assegni ai pensionati di oggi e allargando la quattordicesima.

Sulla riforma del sistema previdenziale il confronto con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ripartirà la prossima settimana (è in calendario il 25 settembre), quando si aprirà anche il confronto sullo smart working e si affronterà la questione  dei rider, dopo il contratto siglato da Assodelivery e Ugl, giudicato inaccettabile da Cgil Cisl e Uil (entrambi il 24 settembre).

(di Barbara Marchegiani/ANSA)

 

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