Sindacati venerdì in Piazza: “Governo si confronti”

Una manifestazione della Cgil Cisl Uil.
Una manifestazione della Cgil Cisl Uil. Immagine d'archivio. (Ansa)

ROMA. – Dai contratti al fisco, dagli ammortizzatori sociali agli investimenti. Cgil, Cisl e Uil tornano in piazza per la giornata di mobilitazione accompagnata dallo slogan “ripartire dal lavoro”, venerdì 18 settembre, con una serie di iniziative territoriali che li vedrà in 23 città italiane.

Per dire al governo, ma anche alle imprese, che il confronto ora è più che mai necessario e che è il momento delle risposte. “Senza non sarà che l’inizio di una fase di mobilitazioni perché vogliamo portare a casa risultati”, avverte il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

“Siamo delusi che non sia ancora arrivata una convocazione da palazzo Chigi. Noi siamo pronti ad un confronto costruttivo”, sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Dobbiamo ridisegnare un’Italia diversa”, rimarca il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e “ribadiamo la necessità di cambiare le scelte e di avviare un confronto per un Patto per il Paese, tra parti sociali e governo”.

Aperto, intanto, un altro capitolo fondamentale, quello delle pensioni. Il confronto sulla riforma vera e propria non è ancora partito (è in calendario il 25 settembre), ma in vista della prossima legge di Bilancio al tavolo tecnico la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, “si è impegnata a prorogare l’Ape sociale con un ampliamento della platea dei beneficiari e a prorogare Opzione donna”, riferiscono i sindacati al termine dell’incontro.

E ha aperto sulla possibilità di “allargare l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi ai lavoratori fragili”, come ai precoci (ovvero a prescindere all’età anagrafica). Su Quota 100 (la possibilità di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi) la ministra ha invece confermato che “non verrà toccata” fino alla sua scadenza naturale, a fine 2021 “né verranno introdotti meccanismi penalizzanti”, riferiscono ancora.

Tanti gli altri temi al centro dell’iniziativa di venerdì, che vedrà Landini in piazza a Napoli, Furlan a Milano e Bombardieri a Roma: il rinnovo dei contratti nazionali, pubblici e privati; la soluzione delle vertenze aperte; la riforma degli ammortizzatori sociali e la riforma fiscale (“il 90% delle tasse è sulle spalle dei dipendenti e dei pensionati”, ripete Furlan) insieme alla lotta all’evasione; il diritto all’istruzione e ad una scuola sicura; sanità pubblica, sicurezza, investimenti, politiche industriali, Mezzogiorno; legge per la non autosufficienza.

In questo contesto, i sindacati richiamano l’attenzione sull’utilizzo di tutte le risorse europee, a partire dal Recovery fund ma anche il Mes: occasioni che, dicono, non si possono sprecare. Sui contratti si rivolgono sia al governo, perché in ballo c’è anche il rinnovo dei contratti della Pa, che alle imprese, che vedono in attesa dieci milioni di lavoratori.

“A Confindustria, che continua ad avere un atteggiamento ostativo sui rinnovo, il messaggio – insiste Landini – è che oggi rinnovare i contratti significa investire sul lavoro e sul Paese”. Un lavoro stabile e di qualità, contro la precarietà. Nella partita sui contratti, i sindacati insistono con il governo anche sulla detassazione degli aumenti, “anche per un periodo transitorio”, un traino “per aumentare il netto in busta paga e rilanciare i consumi”.

Il pressing arriva proprio nel giorno dello sciopero dellla sanità privata, indetto dalle categorie Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, per chiedere la ratifica definitiva del Ccnl di settore dopo 14 anni di attesa e 3 di trattative, rimarcano, che riguarda circa 100 mila lavoratori e dopo che Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), si sono “tirate indietro” non firmando la preintesa raggiunta il 10 giugno scorso. Un altro fronte contrattuale aperto è quello dei metalmeccanici: il Ccnl è scaduto a fine 2019 e  riguarda circa 1,6 milioni di lavoratori.

Il negoziato tra Federmeccanica e Assistal con Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, è ripartito dai temi della salute e della sicurezza sul lavoro, ma non è ancora entrato nel vivo della questione salariale, su cui potrebbero pesare le perdite causate

Covid: soltanto con un rinnovo che preveda aumenti salariali si può rilanciare il settore industriale e il Paese, avvertono i sindacati.

Lascia un commento