Sotto gli occhi di Macron, Roglic è padrone del Tour

Il ciclista colombiano "Superman" Miguel Angel Lopez tagla solo il traguaredo nella 17/esima tappa del Tour de France.
Il ciclista colombiano "Superman" Miguel Angel Lopez tagla solo il traguaredo nella 17/esima tappa del Tour de France. EPA/Benoit Tessier / Pool

ROMA. – Il Tour de France, al 107/o tentativo, approda su un versante alpino mai toccato, inerpicandosi sulle rampe che portano ai 2.304 metri di quota del Col de la Loze.

La salita è bella, ma per un ciclismo e per corridori d’altri tempi, non per uno sport – come avviene oggi – che diverte sempre meno, fra strateghi, super-gregari e leader che puntano a non scoprirsi troppo.

Ne emerge, dopo la 17/a tappa lunga 170 e partita da Grenoble, una situazione di stallo che, salvo clamorosi rovesci, si protrarrà fino a domenica, sui Campi Elisi.

Davanti allo sguardo divertito e incuriosito del presidente francese Emmanuel Macron, ospite di lusso della corsa gialla, l’unico in grado di costruire un piccolo capolavoro è il colombiano Miguel Angel Lopez (non Egan Bernal, campione uscente e ritiratosi prima del via di oggi) che, con il tempo di 4h49’08”, taglia in solitaria il traguardo, salendo sul podio della Grande Boucle, con un ritardo di 1’26” da Primoz Roglic.

Lo sloveno consolida tuttavia la maglia gialla, dopo avere staccato di 15″ (più abbuoni) il connazionale Tadej Pogacar che, alla partenza, accusava un ritardo di 40″, ma adesso è sprofondato a 57″. All’arrivo di Parigi mancano solo 4 frazioni, compresa la cronometro di sabato con arrivo a La Plance des Belles Filles, e i giochi sembrano fatti. Pogacar, comunque, è caduto in piedi, accusando pochi secondi di ritardo dal connazionale e confermandosi corridore grintoso, tenace, fresco e ambizioso.

I fuochi d’artificio dopo Méribel e sulla salita verso il Col de la Loze, con Richard Carapaz in fuga assieme a Gorka Izaguirre, che poi si stacca, lasciando l’ecuadoriano maglia rosa nel 2019 da solo al comando. La Bahrain-McLaren si mette a tirare, facendo presagire un attacco di Mikel Landa che, ancora una volta, al momento del dunque, evapora assieme alle proprie ambizioni. A quel punto, Sepp Kuss – chissà poi perché – lancia un attacco, lasciando solo Roglic e soprattutto facendosi infilare da Lopez che parte a tutta e non verrà più ripreso.

Il colombiano si conferma uno dei più forti in assoluto quando la strada sale davvero ed è un vero peccato che spesso incappi in cadute o incidenti che gli precludono la vittoria in un grande giro.

Alla fine Lopez, che vanta un terzo posto al Giro d’Italia e uno alla Vuelta, infligge 15″ a Roglic e 30″ a Pogacar. I tre sono sul podio del Tour, a parti invertite. All’arrivo 4/o lo statunitense Sepp Kuss, il cui tentativo – da gregario di Roglic – resterà per sempre misterioso e assolutamente privo di ogni logica di squadra, è a 56″, mentre l’australiano Richie Porte giunge a 1’01”.

Domani si salirà ancora, con cinque Gran premi della montagna: verranno scalati il Cormet de Roselend (1.968 metri), la Cote de la Route des Villes (1.093), il Col des Saisies (1.650), il Col des Aravis (1.650) e la Montée du plateau de Gilères (1.390). Il Tour partirà da Méribel e approderà a La Roche-sur-Foron dopo 175 chilometri.

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