Coronavirus in Italia: positivi oltre 40mila, mai così tanti da giugno

Alunni del liceo Visconti a Roma in classe con mascherina e a distanza di sicurezza.
Alunni del liceo Visconti a Roma in classe con mascherina e a distanza di sicurezza. 15 Settembre 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Altri 1.452 casi e 12 vittime in un solo giorno. Ma soprattutto gli attualmente positivi al Covid che superano per la prima volta da oltre tre mesi la soglia dei 40mila: era dall’inizio di giugno che non si registravano numeri così alti. Il bollettino quotidiano del ministero della Salute conferma come il virus continui a diffondersi determinando quello che l’ultimo monitoraggio della cabina di regia ha definito un “lento e progressivo peggioramento”.

Con quasi 2.300 focolai attivi e una situazione simile – per numeri – a quella che c’era prima dell’estate, anche se il nostro paese è messo meglio di tanti altri nel mondo, a partire dai vicini Francia e Spagna.

I dati dicono che nelle ultime 24 ore sono stati fatti 100.607 tamponi – che non è record ma è un numero che è pur sempre tra i più alti dall’inizio dell’emergenza – 20mila più di ieri quando i casi sono stati 1.229. E a proposito di test è in arrivo un nuovo strumento diagnostico della Menarini Diagnostics che in 12 minuti è in grado di rilevare sia se una persona è positiva al virus sia, quale sia la sua carica virale e se abbia sviluppato gli anticorpi.

I 1.452 nuovi contagi di oggi rappresentano dunque un aumento che è dovuto sostanzialmente al maggior numero di test e lo dimostra anche il rapporto tra contagiati e tamponi effettuati che è sceso a 1,44%, ai livelli dell’inizio della settimana scorsa dopo esser salito fino al 2,2%.

In leggera crescita è anche l’incremento delle vittime: 12 nelle ultime 24 ore (martedì erano state 9) che portano il totale a 36.645. Tra queste ci sono 177 medici, l’ultimo, dice la Federazione nazionale (Fnomceo), è l’urologo Paolo Marandola, che era attivo in Zambia dove stava studiando proprio il Covid 19.

Il bollettino conferma anche una situazione che si ripete ormai da settimane: la crescita costante dei focolai (oggi sono stati individuati 9 positivi nell’ospedale di Castelfranco Veneto), dei malati – altri 820 in un solo giorno per un totale di 40.532 – dei ricoverati nei reparti ordinari (2.285, 63 in più rispetto a ieri) e dei pazienti in terapia intensiva che ora sono 207 (6 più di ieri), quanti ce ne erano il 15 giugno.

Andando a guardare i dati relativi alle singole regioni, cominciano a preoccupare quelli che riguardano il Sud. La Campania è oggi la prima per numero di contagi, con 186 nuovi casi in 24 ore e diversi focolai tra cui uno nella Polizia municipale di Napoli che ha costretto un’intera unità operativa – quella di San Lorenzo, la più grande della città – a chiudere, con 14 vigili positivi e altri 150 in quarantena.

Poi c’è la Puglia, che anche oggi fa segnare più di cento contagi e nell’ultimo monitoraggio aveva l’indice Rt all’1,21, il più alto d’Italia dopo quello della provincia di Trento e della Sardegna. Solo il focolaio che è partito da una ditta ortofrutticola di Polignano a Mare, che conta al momento circa 200 positivi, si è esteso a una dozzina di comuni.

Sono i motivi che spingono il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a ribadire la linea di prudenza del governo: bisogna continuare con “i comportamenti che sono stati chiesti a tutti quanti noi, seguendo le poche regole di prudenza che sono il mantenimento delle distanze, l’uso delle mascherine e del disinfettante”. Oltre al rispetto della quarantena per chi è positivo.

Dopo la riunione di ieri del Cts non c’è ancora una decisione sulla possibilità di ridurla da 14 a dieci giorni, con gli esperti che continuano ad essere divisi. Per Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell’università di Padova, si può anche pensare di ridurre il periodo di isolamento ma vanno fatti più tamponi mentre per Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, è necessario invece rimanere sulla linea della prudenza.

“Sia Oms che Ecdc sostengono che la quarantena debba essere di 14 giorni e noi siamo per questa linea, basata sull’evidenza scientifica”. Intanto c’è attesa per la decisione del Tar della Sardegna sull’istanza cautelare chiesta dall’Avvocatura dello Stato dopo l’impugnazione dell’ordinanza del governatore Christian Solinas che prevede i test obbligatori per i passeggeri in arrivo nell’Isola che non si siano presentati all’imbarco con una certificazione di negatività. La pronuncia potrebbe arrivare in tarda serata, ma non è escluso che slitti a giovedì.

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