Coronavirus in Italia: mille contagi in 24 ore, 14 i morti

Inizio dell'anno scolastico all'istituto comprensivo di Codogno, il comune in provincia di Lodi che per primo in Italia stato dichiarato zona rossa a causa della pandemia da Covid19.
Inizio dell'anno scolastico all'istituto comprensivo di Codogno, il comune in provincia di Lodi che per primo in Italia stato dichiarato zona rossa a causa della pandemia da Covid19. Codogno (Lo), 14 Settembre 2020. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Con l’andamento della curva dei contagi da Coronavirus che continua lentamente a salire – nelle ultime 24 ore si sono registrati solo 1.008 nuovi casi, 450 meno di ieri ma con ben 27mila tamponi in meno – scoppia la polemica sul vaccino antinfluenzale che dovrebbe essere disponibile a partire dalle prossime settimane: Governo e Regioni hanno trovato l’accordo per rivedere le quote delle dosi da destinare alle farmacie vista la probabile concomitanza di circolazione del Covid-19 e dell’influenza, ma le associazioni che rappresentano i farmacisti attaccano: sono insufficienti, mancano un milione di dosi.

L’intesa prevede che siano gli enti locali a garantire al sistema territoriale delle farmacie le dosi per consentire l’acquisto del vaccino da parte dei cittadini mentre il governo si è impegnato a trovare le dosi necessarie per coprire il fabbisogno delle Regioni per quanto riguarda le categorie fragili.

Dunque per tutti gli anziani (over 65 e per quest’anno anche a partire dai sessantenni), le donne in gravidanza, gli addetti ai servizi essenziali, le persone appartenenti a categorie a rischio e quest’anno anche i bambini fra i 6 mesi e i 6 anni.

“Ogni anno – dice il presidente della Conferenza Stefano Bonaccini – 800 mila cittadini che non rientrano fra le categorie per le quali la vaccinazione è raccomandata, si rivolgono al farmacista per acquistare il vaccino. Poiché la raccomandazione quest’anno è stata estesa a categorie d’età non incluse in precedenza, le Regioni hanno provveduto e stanno provvedendo ad un’acquisizione più ampia di vaccini. Per questo occorre ora un intervento redistributivo delle Regioni per renderne disponibile una percentuale minima, l’1,5 per cento, (eventualmente incrementabile dalle singole Regioni) nelle farmacie”.

Numeri definiti “insufficienti” da Federfarma, Fofi e Assofarm. “La decisione di destinare alla distribuzione in farmacia solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva. Solo 250mila dosi sono insufficienti a fronte di un fabbisogno stimato tra 1,2 e 1,5 milioni” dicono le Federazioni dei farmacisti mettendo le mani avanti: “decliniamo qualsiasi responsabilità per eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini”.

Associazioni e ministero della Salute si vedranno comunque mercoledì ed è quella l’occasione, auspicano i farmacisti, “per trovare soluzioni e rimodulare la quota minima per avvicinarsi al fabbisogno reale che, lo dice lo stesso ministero, si aggira tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni”.

Intanto il bollettino quotidiano del ministero della Salute conferma l’andamento in crescita delle ultime settimane con il virus che continua a diffondersi. Il rapporto tra contagiati e tamponi effettuati (ieri solo 45.309 contro i 72.143 di sabato) è salito al 2,2% mentre quattro giorni fa era all’1,6%. E continuano a salire il numero degli attualmente positivi (sono 39.187, 678 in più rispetto a ieri), dei ricoverati in ospedale (80 più di sabato per un totale di 2.122) e dei pazienti in terapia intensiva (197, dieci più di ieri).

Di nuovo in crescita anche l’incremento delle vittime: 14 nelle ultime 24 ore, il doppio di ieri, dopo quasi una settimana sotto le due cifre. Dati che trovano conferma nei nuovi focolai scoperti. L’ultimo alla ‘Gis’ di Cesena, una ditta che si occupa di logistica dove sono stati trovati 12 facchini positivi.

Sale anche il numero dei positivi nel focolaio individuato nell’azienda ortofrutticola ‘Sop’ di Polignano a mare: ad oggi sono 168 in 12 comuni tra personale dell’azienda, cittadini di Polignano e altri lavoratori che sono entrati in contatto con la ditta.

Preoccupa, infine, anche il focolaio di La Spezia, unico comune ligure dove oggi non sono riprese le scuole: 20 giorni fa, dice lo sfidante di Toti in Regione Ferruccio Sansa, nella provincia c’erano 61 malati, 4 persone in ospedale e zero nelle terapie intensive; oggi i positivi sono 763, 81 i ricoverati nei reparti ordinari e 7 in rianimazione”.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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