Primo ok linee guida Recovery, tempi lunghi per fondi

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in aula della Camera,
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA.  – Digitale, infrastrutture, transizione green, anche per scuole e asili, che andranno avvicinati, per numero di posti, alla media Ue. Il governo fissa le sue priorità per l’utilizzo dei 209 miliardi di fondi europei anche se i tempi per l’accesso alle risorse saranno lunghi, “dilatati” dalla stessa commissione Ue.

Lo sottolinea il premier, Giuseppe Conte, aprendo al dialogo con Parlamento e opposizioni che “a breve”, assicura il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, potranno esaminare e valutare le linee guida fissate dall’esecutivo.

Le Camere intanto, ricorda il capogruppo Dem Graziano Delrio, stanno svolgendo “un lavoro serio” e anche domani sentiranno diversi ministri, dallo stesso Amendola al titolare dello Sviluppo Stefano Patuanelli, per arrivare a comporre un documento di indirizzo che si confronterà con le linee del governo.

Al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha ricordato il ministro Roberto Gualtieri, ci saranno “innovazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, infrastrutture, coesione sociale e territoriale”. Le sei “macro-missioni”, cui si aggiunge anche la sanità, saranno dettagliate nei rispettivi cluster, concetto caro al linguaggio europeo che indica gruppi di progetti che sottostanno alla macromissione.

tutti progetti su cui il governo, assicura Conte, cercherà la “massima convergenza” di tutte le forze “sane e volenterose del Paese”, perché il piano è pluriennale e si tratta, gli fa eco Amendola, di “non sprecare una occasione storica di rilancio del nostro Paese”.

In cima alla lista delle infrastrutture, ad esempio, c’è il completamento dei corridoi transeuropei Ten-T e dell’alta velocità – che includonon la Tav Torino-Lione – su cui probabilmente il Parlamento vorrà dire la sua così come sui piani per istruzione e formazione universitaria o per la riforma fiscale.

Il fisco è nella lista delle riforme che accompagneranno il Recovery plan italiano su cui, ha ribadito Gualtieri in una intervista al Foglio, si potrà intervenire proprio grazie agli spazi di bilancio che si creeranno grazie alla spinta alla crescita che arriverà dagli investimenti con i fondi Ue.

La manovra, intanto, andrà messa a punto con risorse interne e i margini, quindi, non saranno molto ampi visto che la leva del deficit è stata già ampiamente usata (fino a 100 miliardi) proprio per fronteggiare i danni della crisi innescata dal coronavirus. Non a caso le bozze del Pnrr indicano entro il 2020 la presentazione di una delega per la riforma del fisco, con i decreti attuativi da presentare entro il prossimo anno.

Nel 2021, insomma, potrebbe vedere la luce la sola riforma degli aiuti alle famiglie con l’entrata in vigore dell’assegno único per i figli fino a 18 anni. La delega è al voto finale del Senato ma poi serviranno almeno altri 5-6 miliardi per finanziare il nuovo strumento, che assorbirà i vecchi bonus ma anche gli assegni familiari e le detrazioni per i figli a carico.

Qualche margine potrebbe arrivare dai risparmi sugli interessi grazie all’arrivo dei fondi Sure ma anche dalle risorse stanziate e non spese per alcune misure anti-Covid, a partire dal bonus vacanze, per il quale sono stati stanziati 2 miliardi ma al momento è stato impegnato poco più di mezzo miliardo (il settore però, e lo stesso ministro Dario Franceschini, già chiedono che eventuali risparmi restino al turismo).

Anche la Cig-Covid potrebbe non “tirare” tutte le risorse disponibili: i conteggi si potranno fare solo a fine anno, quando si potrà calcolare la differenza tra le ore di casa straordinaria prenotate e quelle effettivamente utilizzate dalle aziende. Di sicuro, ha confermato Conte, il governo vuole “ripensare integralmente il sistema” degli ammortizzatori sociali che, in piena pandemia, ha mostrato tutti i suoi limiti, sia per i tempi lunghi di erogazione sia per le tipologie di lavoratori esclusi.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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