Primi passi per il Recovery Plan. Ue: “Vigileremo”

Il ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola.
Il ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola. (Ansa)

ROMA.  – Dal digitale all’ecologia, dalla salute all’istruzione. Il primo schema delle linee guida per il Recovery Plan italiano è pronto. E sarà domani sul tavolo del Comitato interministeriale per gli affari europei per un primo esame.

Sul documento non c’è nessun ritardo né divisioni nel governo, assicura il ministro per gli affari europei Amendola, che indica l’obiettivo di presentare il piano a Bruxelles a gennaio, in linea con il calendario Ue.

L’Europa intanto si prepara e assicura che vigilerà sulle spese dei singoli Paesi in linea con priorità e raccomandazioni. In questo quadro restano le divisioni nella maggioranza sul Mes, con Di Maio che lo allontana e il premier Conte che prova a ricomporre: “Se abbiamo progetti da realizzare e serviranno risorse lo valuteremo insieme in Parlamento”.

Le linee guida per mettere a punto i progetti da finanziare con i 209 miliardi di euro di finanziamenti europei, sono contenute in un documento di 32 di pagine, che individua sei macro-missioni: digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; salute; infrastrutture nel segno della sostenibilità; istruzione e ricerca; inclusione sociale e territoriale.

Il piano fissa come primi obiettivi “economico-sociali di lungo termine del governo” di raddoppiare il tasso di crescita portandolo in linea con la media Ue all’1,6% e di aumentare il tasso di occupazione di 10 punti fino al 73,2% della media Ue.

Nel documento si indica la “riduzione strutturale del cuneo fiscale sul lavoro tramite una riforma dell’Irpef in chiave progressiva” e la revisione degli ammortizzatori sociali in “chiave perequativa” all’interno di una legge delega di reforma del lavoro entro aprile 2021. Molte le “progettualità” proposte dal Mise, dall’estensione del superecobonus e del supersismabonus fino al 2024 agli strumenti ad hoc per agevolare le imprese “rosa”.

Mentre la ministra dei trasporti De Micheli mpunta sul piano”’Italia Veloce”, la titolare dell’istruzione Azzolina parla di “occasione irripetibile” per la scuola, il ministro degli esteri Di Maio indica il lavoro come priorità.

Nella tabella di marcia verso il piano definitivo, il primo appuntamento è già domani mattina con la riunione a Palazzo Chigi, presieduta dal premier Conte, del Comitato interministeriale per gli affari europei.

Come da cronoprogramma della Commissione, poi, il Recovery Plan sarà presentato fra gennaio e aprile 2021 perché questo è il calendario stabilito dall’Europa per tutti i 27 stati membri, spiega il ministro Amendola, smentendo alcune indiscrezioni di stampa: “non ci sono né ritardi né divisioni nel lavoro preparatorio dell’esecutivo”.

“Non è una gara di velocità”, chiarisce anche il ministro dell’economia Gualtieri, spiegando che il lavoro sul piano correrà in parallelo con la legge di bilancio. Che comunque, dovendo essere approvata entro il 31 dicembre, non potrà contabilizzare le risorse del Recovery attese nel 2021.

L’Europa, in attesa dei piani dei singoli Paesi, traccia comunque la rotta. “I piani nazionali dovrebbero mirare ad aumentare la crescita della produttività con investimenti, infrastrutture, capitale umano e riforme per facilitare un cambiamento strutturale”, dice il vicepresidente della Commissione Dombrovskis che, augurandosi come la nave del Recovery possa salpare “il prima possibile”, assicura che l’Ue monitorerà che il denaro venga speso in linea con le raccomandazioni e le priorità Ue.

Anche perché non si trata solo di un pacchetto di stimolo, avverte il presidente del Consiglio Ue Michel: “Non abbiamo soldi magici, quindi ogni singolo euro deve essere utilizzato in modo efficace”.

Sui piani comunque ci sarà un dialogo tra Bruxelles e i singoli paesi, spiega il commissario Gentiloni, precisando che il debito generato dal Recovery Fund verrà ripagato con le risorse Ue.

Per l’Italia intanto, che registra a luglio un calo delle vendite al dettaglio del 2,2% sul mese e del 7,2% sull’anno (-8,5% nei primi 7 mesi), l’Istat intravede “estesi segnali di ripresa”.

L’agenzia di rating Fitch, tuttavia, taglia le stime di crescita del Pil per quest’anno (a -10% dal precedente -9,5%), ma alza quelle per il 2021, prevedendo un rimbalzo del +5,4%.

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