Hong Kong, arresto shock di una 12enne

Un poliziotto sostiene per i capelli ad un manifestante a Hong Kong.
Un poliziotto sostiene per i capelli ad un manifestante a Hong Kong. Immagine d'archivio.(ANSA/AFP/ ISAAC LAWRENCE)

PECHINO.  – Le giustificazioni della polizia di Hong Kong sul tentativo di fuga “sospetto” e sull’uso della “forza minima necessaria” sono sembrate note ancora più stonate sull’arresto violento di una dodicenne eseguito domenica.

Un video diventato virale sui social e sui media dell’ex colonia britannica ha mostrato gli agenti in tenuta antisommossa impegnati a radunare alcuni manifestanti, compresa la ragazza che, defilatasi, ha tentato di scappare. A quel punto, un agente l’ha placcata a terra e altri l’hanno aiutato a immobilizzarla.

L’episodio è avvenuto nella più grande mobilitazione nella città dal 30 giugno, giorno di entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino che vieta e punisce atti di sedizione, secessione, terrorismo e collusione straniera.

La madre della ragazza ha raccontato all’Apple Daily, tabloid del fronte democratico fondato dall’attivista Jimmy Lai, di voler citare in giudizio la polizia: sua figlia e suo figlio di 20 anni, ha spiegato, erano stati multati per la violazione delle norme anti Covid-19 sui raduni operative nell’isola, assicurando che erano lì perché stavano acquistando materiale artistico e che la dodicenne, lievemente ferita, era scappata perché impaurita.

La deputata pandemocratica Claudia Mo ha criticato l’operato delle forze dell’ordine, descrivendo le loro azioni a danno della ragazza una prova di quanto “la polizia sia diventata inutilmente nervosa e dal grilletto facile”. I suoi rilievi hanno preso di mira gli arresti di massa decisi per domare le manifestazioni convocate online dagli attivisti contro il rinvio di un anno, dal 6 settembre 2020 al 5 settembre 2021, delle elezioni politiche per il rinnovo del parlamentino locale.

La polizia, in una nota, ha spiegato poi che “era preoccupata per i giovani che partecipavano a raduni di gruppo illegali e la loro presenza alle caotiche scene di protesta ha messo in pericolo la loro sicurezza personale”.

Il bilancio finale ha quantificato in quasi 300 gli arresti eseguiti, di cui 270 per adesione a manifestazioni illegali. Mentre finora almeno 25 persone sono state arrestate in base alla legge sulla sicurezza nazionale, di cui una anche formalmente incriminata.

“Gli arresti di centinaia di persone ieri per aver preso parte a proteste pacifiche a Hong Kong sollevano serie preoccupazioni per la protezione delle libertà fondamentali”, recitava oggi una nota della portavoce per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, Nabila Massrali, ribadendo la condanna di Bruxelles.  “È essenziale che i diritti e le libertà dei residenti di Hong Kong siano pienamente protetti, compresa la libertà di parola e di stampa, nonché la libertà di associazione e di riunione”.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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