Serbia e Kosovo avranno ambasciate a Gerusalemme

El presidente Usa Donald Trump ed il suo vice Mike Pence.
El presidente Usa Donald Trump ed il suo vice Mike Pence. (Ansa)

ROMA.  – L’accordo di cooperazione económica tra Belgrado e Pristina, mediato dall’amministrazione Usa, si riflette fino in Israele. Nell’ambito dei colloqui in corso a Washington, il presidente Trump ha fatto sapere che la Serbia – primo stato del Continente europeo a farlo – sposterà dal luglio 2021 la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. E che lo farà anche il Kosovo, paese balcanico a maggioranza musulmana, che avvierà relazioni con Israele.

Un doppio risultato subito esaltato dal premier Benyamin Netanyahu che ha ringraziato al telefono il capo della Casa BIanca per questa nuova mossa che si aggiunge ai successi diplomatici con gli Emirati e all’apertura ad Israele dei cieli di Arabia Saudita e Bahrein.

“Un altro risultato – ha detto il premier rendendo omaggio al presidente serbo Aleksandar Vucic e al primo ministro kosovaro Avdullah Hoti – negli sforzi di allargare le relazioni diplomatiche di Israele e riconoscer Gerusalemme capitale di Israele”.

“Questo è il primo paese europeo – ha continuato Netanyahu riferendosi alla Serbia – ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme”. “Il Kosovo – ha poi aggiunto – sarà il primo Stato a maggioranza musulmana ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme”.

Nell’attesa dell’ambasciata il prossimo anno, Belgrado ha precisato che intanto aprirà un ufficio in città. Quella serba sarà la terza rappresentanza diplomatica in funzione a Gerusalemme, dopo Usa e Guatemala. Per un certo periodo anche il Paraguay ha spostato l’ambasciata a Gerusalemme ma dopo pochi mesi l’ha riportata a Tel Aviv.

Quella di Pristina – quando sarà formalizzata – sembra avere tuttavia un peso politico maggiore, visto che sarebbe la prima di un paese musulmano a meno che gli Emirati – come concordato nei recenti incontri bilaterali ad Abu Dhabi – non preceda il Kosovo.

In ogni caso avrebbe un forte impatto politico.  Non a caso Netanyahu, ricordando quanto detto al momento dell’Accordo con gli Emirati, ha sottolineato che “il cerchio della pace e del riconoscimento di Israele si estende ed è prevedibile che altri Paesi si aggiungano”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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