Polizia lo incappuccia, afroamericano muore asfissiato

Proteste a Rochester dopo l'ennesima uccisione di un afroamericano da parte della polizia.
Proteste a Rochester dopo l'ennesima uccisione di un afroamericano da parte della polizia. (Ansa)

WASHINGTON.  – Daniel Prude era afroamericano, aveva 41 anni, soffriva di disturbi mentali ed era arrivato da Chicago a Rochester, alle porte di New York, per una visita ad alcuni familiari.

Non poteva sapere che non sarebbe mai più tornato a casa, ennesima vittima di un uso eccessivo della forza da parte di agenti apparentemente senza scrupoli. Agenti che lo hanno prima ammanettato, poi incappucciato e quindi tenuto col viso premuto sull’asfalto per almeno due minuti, asfissiandolo.

A testimoniare la tremenda fine dell’uomo un video shock che mostra le immagini riprese dalla body cam dei poliziotti. Immagini rese pubbliche solo ora, ma che risalgono al 23 marzo scorso, due mesi prima della morte di George Floyd.

La polizia era intervenuta dopo che Joe Prude aveva chiamato il numero di emergenza 911 per denunciare la scomparsa del fratello Daniel, uscito dall’abitazione in cui si trovavano in evidente stato di alterazione. Il giorno prima, aveva spiegato Joe, Daniel era stato portato in ospedale a causa dei suoi problemi psichici.

Il drammatico video mostra l’uomo correre completamente svestito per strada, urlando in preda a una sorta di delirio. Ma quando i poliziotti intervenuti lo intercettano e gli gli ordinano di inginocchiarsi a terra Daniel obbedisce, e mette le sue mani dietro la nuca. Appare però molto agitato, e continua a urlare mentre lo ammanettano.

Gli agenti poi gli coprono la testa con una maschera “antisputo”, una sorta di controverso cappuccio usato per proteggere i poliziotti dalla saliva delle persone fermate, soprattutto in tempi di pandemia. Quindi si sente Prude, nudo e inerme, supplicare di togliere quel cappuccio che non lo fa respirare. Ma per tutta risposta un agente schiaccia la sua testa per terra e poi con due mani gliela tiene premuta contro l’asfalto bagnato dal nevischio.

“Basta sputare!”, grida il poliziotto. Intanto le urla di Daniel si trasformano in gemiti, mentre si vede un altro agente che gli mette un ginocchio sulla schiena.

La voce si fa sempre più fioca e gli agenti cominciano a preoccuparsi solo quando dalla bocca dell’uomo comincia a uscire del vomito, poco prima di rimanere completamente privo di conoscenza. Trasportato in ospedale, Daniel non si sveglierà più e morirà sette giorni dopo, una volta staccata la spina.

“Vogliamo giustizia”, chiedono ora a gran voce i familiari. E a Rochester centinaia di persone dopo la diffusione del video sono scese in strada con momenti di tensione e lancio di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. I poliziotti coinvolti sono sotto indagine ma ancora in servizio. A indagare è la procuratrice generale di New York Letitia James. La pericia di un medico legale parla di “omicidio causato dalle complicazioni di un’asfissia dovuta a una coercizione fisica”.

Mentre l’autopsia ha appurato che lo stato di estrema eccitazione dell’uomo era dovuto anche all’assunzione di fenciclidina, una sostanza allucinogena conosciuta come “polvere d’angelo”.

Ma la scia di sangue non si ferma. E mentre l’America si interroga sul nuovo video shock, dalla capitale Washington arriva la notizia di un altro afroamericano di 18 anni, Deon Kay, ucciso da un agente che lo aveva fermato per un controllo dopo la segnalazione di un’auto con dentro delle armi. Il ragazzo, mentre tentava di fuggire, è stato colpito da un proiettile ed è morto in ospedale.

Secondo un comunicato della polizia, il giovane “aveva brandito un’arma da fuoco”, ma anche in questo caso si indaga. Intanto monta la protesta fuori dal commissariato di polizia della zona dell’uccisione ma anche davanti all’abitazione della sindaca Muriel Bowser.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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