Venezuela, l’inflazione incalza mentre una nuova polemica divide l’Opposizione

Inflazione in crescita
Un grafico sull'inflazione.

CARACAS – L’Inflazione incalza. Il costo della vita, in Venezuela, pare non aver freno. Stando al Parlamento, che ogni mese informa sulla variazione dei prezzi, l’inflazione a luglio si attesterebbe attorno al 55 per cento. Così, la variazione accumulata nel corso dei primi sette mesi dell’anno avrebbe raggiunto l’843,44 per cento. Dal canto suo, l’inter-annuale sarebbe del 4.099 per cento.

Molto più conservatrici, invece, le cifre rese note dalla Banca Centrale del Venezuela. Infatti, l’Istituto bancario avrebbe registrato appena un incremento dei prezzi del 19,6 per cento a luglio e un tasso cumulato  del 492,9 per cento nei primi sette mesi dell’anno 2020. Il tasso d’inflazione inter-annuale (rispetto allo stesso mese del 2019), invece, sarebbe del 2.358,5 per cento.

Sia quelle del Parlamento, sia quelle della Banca Centrale sono cifre da capogiro. In particolare se si pensa che in Europa, a causa della Covid-19, si registra in quasi tutti i paesi un principio di deflazione.

Stando a quanto pubblicato nel Bollettino della Banca centrale, i settori che hanno presentato la variazione maggiore nel mese di luglio sono stati: comunicazione (91,9%), istruzione (43%), attività ricreative e cultura (36,7%) e cibo e bevande analcoliche (16,2%).

Nuova polemica in seno all’Opposizione

E mentre il Paese continua a vivere una difficile crisi economica, alla quale il governo non pare sia in grado di offrire una soluzione, la polemica in seno all’Opposizione si aggrava.

Dopo l’indulto offerto dal presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, a prigionieri politici in attesa di processo, è stato confermata dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, la notizia di contatti tra il governo di Ankara ed Hernique Capriles Radonsky e Stalin González. I due leader dell’Opposizione avrebbero chiesto al governo turco di garantire la presenza di osservatori internazionali nelle prossime elezioni legislative.

Il ministro Cavusoglu, in conferenza stampa, si è limitato a confermare i contatti. Ma ha evitato di entrare in dettagli.

– Vediamo che l’opposizione ed il governo in Venezuela sono vicini ad un accordo – si è limitato a dire -. Ne siamo felici.

La corrente dell’Opposizione vicina al Juan Guaidó, in un comunicato, ha immediatamente condannato l’iniziativa. E chiarito che i “negoziati intrapresi individualmente non rappresentano, né impegnano in alcun modo l’Assemblea nazionale, il governo di transizione, né le forze democratiche dell’unità”.

Radonsky: “Se necessario, parleremo con cinesi e russi”

Capriles Radonsky, dal canto suo, ha chiarito via twitter:

“Ci sono alcuni che finiscono per trasformarsi in quello che criticano. Conversare e negoziare non è la stessa cosa, a meno che non si voglia manipolare o mentire. Non c’è un negoziato fra l’opposizione venezuelana e la Turchia. Quello che sì si deve fare è parlare con tutti quelli che ci permettono di avvicinarci ad una soluzione credibile”.

L’ex Governatore ed ex candidato presidenziale, Henrique Capriles Radonsky, negli ultimi mesi, si èdistanziato poco a poco dalle posizioni del presidente “ad interim”, Juan Guaidó. E, soprattutto, dalle correnti guidate da Maria Corina Machado e dall’italo-venezuelano Antonio Ledezma. Oggi si presenta come il leader di una opposizione meno radicale e più dialogante.

Capriles Radonsky non ha smentito il ministro degli Esteri turco. E in un tweet ha affermato che “parlare con un membro della comunità internazionale è normale quando si crede nella politica e nella democrazia. E’ una verità lapalissiana”.

Ha quindi sostenuto:

“E sia chiaro con cinesi, con russi, con europei, parleremo con tutti quelli che consideriamo necessari per portare i venezuelani fuori da questa crisi”.

 

Lascia un commento