Sarraj chiama le imprese italiane in Libia

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Tripoli, 01 settembre 2020.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Tripoli, 01 settembre 2020. ANSA/ MINISTERO AFFARI ESTERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

ROMA.  – Tastare con mano la delicata situazione politica e sul terreno in Libia, dopo il recente accordo per un cessate il fuoco tra Tripoli e l’Est e a pochi giorni dal siluramento del potente ministro dell’Interno Fathi Bashagha da parte del Consiglio presidenziale guidato dal premier Fayez al-Sarraj.

Ma soprattutto dare nuovo slancio agli investimenti italiani nel Paese, visti da Roma anche come veicolo per la stabilizzazione e la crescita per il popolo libico, oltreché una fonte di vantaggi per le imprese tricolori: è con questo doppio obiettivo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è atterrato di buon mattino nella capitale libica per una visita-lampo di una giornata, la prima dall’inizio della pandemia.

Il capo della diplomazia italiana ha intrattenuto una serie di colloqui con alcuni dei principali attori locali, a partire dal capo del governo di accordo nazionale, Sarraj, da cui ha incassato un formale benvenuto alle imprese italiane e soprattutto il via libera all’istituzione “il prima possibile” della commissione mista italo-libica per le questioni economiche, su cui l’Italia spinge molto.

Con Di Maio c’era anche il sottosegretario Manlio Di Stefano, delegato dal ministro a lavorare proprio all’istituzione di questa commissione.

Tra gli obiettivi prioritari: rilanciare i progetti annunciati nel 2008 nell’accordo firmato dall’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e da Muammar Gheddafi, a partire dall’aeroporto internazionale di Tripoli e dalla “autostrada della pace” lungo la costa. Progetti rimasti congelati dopo la guerra civile e l’uccisione di Gheddafi nel 2011 e che ora si vorrebbe far ritornare in pista.

“La Libia per noi è un attore importante, uno snodo cruciale per costruire un nuovo modello” di sviluppo nel Mediterraneo, “con scambi commerciale fiorenti e opportunità di crescita per tutti i Paesi dell’area”, ha sottolineato il ministro nel suo incontro con Sarraj.

In Libia Di Maio ha parlato anche con il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, che insieme al premier di Tripoli ha siglato a fine agosto il cessate il fuoco, un’intesa ammaccata tuttavia dall’ostilità del generale Khalifa Haftar che dall’accordo vede declassato il suo ruolo. Il ministro ha visto anche Mustafa Sanalla, presidente della compagnia petrolífera nazionale Noc, e il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al-Meshri, che con Di Maio ha sottolineato “la necessità di porre fine all’escalation militare”.

A Tripoli, in una missione separata, è arrivato nel corso della giornata anche l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell. Anche per lui un colloquio con Sarraj, con cui – ha fatto sapere – ha “esaminato i mezzi per avanzare sulla via della politica in Libia” e “il ritorno al comitato militare 5+5”, il gruppo congiunto formato da cinque funzionari del governo di Tripoli e cinque rappresentanti dell’Esercito mNazionale Libico di Haftar.

Pure Borrell ha avuto poi un colloquio con il presidente della Noc, Sanalla: con lui ha discusso della necessità di garantire che la produzione di petrolio possa riprendere, “a beneficio di tutti i libici e per l’unità e la prosperità della Libia”.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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