Biden: “Trump fomenta la violenza, con lui il caos”

Il presidente Usa Donald Trump durante un comizio. Immagine d'archivio.
Il presidente Usa Donald Trump. (Ansa)

WASHINGTON.  – Altro che “law and order”, Donald Trump “è il presidente del caos ed è lui a fomentare la violenza nelle città americane”. Joe Biden si sarebbe dovuto rimettere in viaggio dopo il 7 settembre, per riprendere quella campagna elettorale in persona interrotta a causa della pandemia.

Ma le parole del tycoon, che dopo i fatti di Portland ha minacciato l’uso della forza per riportare l’ordine nelle città americane, hanno costretto il candidato democratico alla Casa Bianca ad anticipare il suo tour con una visita a sorpresa in Pennsylvania.

“Trump è un’irresponsabile, ha da tempo rinunciato alla leadership morale del Paese, si sente debole e alimenta le tensioni e i disordini, per questo è impensabile che sia lui a poterli fermare”, ha tuonato l’ex vicepresidente.

Su Twitter il tycoon ironizza sostenendo che in realtà Sleepy Joe “è stato costretto a uscire dal suo sottoscala” perché preoccupato dai sondaggi che lo vedono scivolare in molti swing state, tra cui proprio la Pennsylvania.

In ambienti democratici invece si sottolinea come Biden abbia raccolto tutta la preoccupazione espressa dal partito in Congresso, con il leader dei senatori dem, Chuck Schumer, che ha lanciato un appello a non perdere tempo e a fermare il ciclone Trump prima che sia troppo tardi.

Ciclone che rischia di riportare l’America negli anni più bui, quegli anni ’60 segnati dalle divisioni e dalle violenze che hanno caratterizzato la lotta per la conquista dei diritti civili da parte della popolazione afroamericana. Quanto accaduto a Portland, dove si sono confrontati gli attivisti del movimento Black Lives Matter e gli ultras di Trump, compresi esponenti dell’estrema destra, è un chiaro campanello d’allarme.

“Abbiamo bisogno di giustizia e di sicurezza in America. Ma con questo presidente – ha attaccato Biden – le crisi si sono moltiplicate, dalla pandemia alla rovina dell’economia, dalla violenza arbitraria della polizia al rigurgito del nacionalismo bianco e del razzismo”.

Poche ore prima Trump, dopo aver salutato l’estremista di destra ucciso a Portland con il tweet “Riposa in pace”, aveva ribadito la linea del pugno duro per porre fine alle proteste nelle città americane dove, a suo dire, i sindaci democratici non sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini: “A Portland c’è il caos, ed è così da molti anni. Se questo zimbello di sindaco non farà pulizia – ha twittato il tycoon – andremo lì e lo faremo noi per loro”.

“I sindaci e i governatori della sinistra radicale – il suo ragionamento – guidano città in balia di una folle violenza e hanno perso il controllo del loro ‘Movimento’. Gli anarchici e i sobillatori hanno preso in mano la situazione”.

Trump ha quindi confermato la controversa visita nelle prossime ore a Kenosha, la città del Wisconsin dove il 29enne afroamericano Jacob Blake è stato ferito con sette colpi di pistola alla schiena esplosi da parte di un agente, rimanendo paralizzato.

Il tycoon sarà lì nonostante il governatore dello stato, Mandela Barnes, lo abbia invitato a non andare: “Non è quello di cui abbiamo bisogno in questo momento. La presenza del presidente rischia di alimentare le tensioni”.

Tanto più che Trump a Kenosha ha in programma di incontrare solo le forze dell’ordine, e al momento in agenda non ha alcun tipo di contatto con la famiglia di Blake o con i rappresentanti della comunità afroamericana.

“Non abbiamo ricevuto alcuna telefonata dalla Casa Bianca”, ha detto il legale dei familiari dell’afroamericano ferito e divenuto nuovo simbolo delle proteste contro il razzismo.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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