Formula 1: team firmano Patto Concordia, basta “Formula noia”

Un auto Ferrari ed altre vetture alla partenza nel Gran Premio d' Australia F1 a Melbourne, nel 2019.
Un auto Ferrari ed altre vetture alla partenza nel Gran Premio d' Australia F1 a Melbourne, nel 2019. (ANSA)

ROMA. – Tutti i 10 team che partecipano alla Formula 1 hanno aderito al nuovo “Patto della Concordia”, insieme al promotore, il gruppo americano Liberty Media, e alla FIA.

Un passo importante non solo perché regolerà la spartizione dei ricchissimi introiti sportivi dal 2021 al 2025, ma perché, insieme al prossimo regolamento tecnico, costituisce le fondamenta del Circus che verrà, quello che vuole sconfiggere la “Formula noia”.

“Questo accordo garantisce il futuro a lungo termine e sostenibile della Formula 1. Combinato con i regolamenti annunciati nell’ottobre 2019 e in vigore nel 2022, ridurrà le disparità finanziarie e in pista tra le squadre, dando luogo a corse più equilibrate, ciò che i nostri fan vogliono vedere di più” si legge in una nota di Liberty Media.

Per il gruppo, che ha acquistato la F1 nel 2017 da Bernie Ecclestone, si tratta di una grande vittoria. Il rinnovato Patto garantisce che le 10 squadre partecipanti al mondiale accettino per i prossimi 5 anni i criteri di ripartizione degli introiti tra loro e con il promotore stesso. In vigore dagli anni ’80, gli accordi sono stati regolarmente rinnovati, ma questa è la prima volta che avviene sotto l’egida di Liberty Media. Il loro contenuto resta sempre riservato ed ogni squadra gode di clausole specifiche.

Da mesi le trattative si concentravano su come correggere gli squilibri tra le scuderie, con le piccole prive delle risorse necessarie per sviluppare e realizzare monoposto capaci di competere per posti che non fossero solo di retroguardia. Oltre al nuovo regolamento tecnico – inizialmente previsto in vigore dal 2021, ma posticipato di un anno a causa della pandemia di coronavirus – è in arrivo il tetto ai budget.

Questi saranno ridotti per ciascuna squadra a 145 milioni di dollari per il

2021, 140 milioni per il 2022 e poi 135 milioni per il 2023-2025, sulla base di una stagione con 21 gare. A questo si aggiunge, per la prima volta nella storia della F1, un sistema di handicap introdotto attraverso test aerodinamici, autorizzati o meno.

L’aspetto più difficile è consistito nel trovare un compromesso accettabile per i “big” della F1 come Ferrari, Mercedes e Red Bull, restie a limare troppo il budget per lo sviluppo. La Ferrari godeva inoltre di privilegi legati al suo status di unica squadra presente sin dal debutto del mondiale di F1 nel 1950. Non vi ha certo rinunciato, ma i dettagli sono tutelati dalla riservatezza. Anche Mercedes ha sicuramente ricevuto qualcosa in cambio della firma.

L’obiettivo è spezzare il dominio del team anglo-tedesco, capace di annichilire la concorrenza fin dall’avvento dei motori ibridi, nel 2014. Da allora Lewis Hamilton ha perso un solo titolo, nel 2016, andato peraltro al suo compagno di squadra Nico Rosberg. Una monotonia che ha portato meno telespettatori emeno introiti pubblicitari. Dall’anno prossimo si spera di cominciare a invertire la tendenza.

“I nostri appassionati vogliono vedere l’azione ruota a ruota e sapere che ogni squadra ha la possibilità di salire sul podio – ha dichiarato Chase Carey, presidente e CEO di F1 – Il nuovo “Patto”, insieme al regolamento per il 2022, getta le basi perché questo diventi realtà”.

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