Covid si abbatte su Marks & Spencer, 7.000 esuberi

Un negocio della catena d'abbigliamento Marks & Pencert Leicester, Regno Unito.
Un negocio della catena d'abbigliamento Marks & Pencert Leicester, Regno Unito. EPA/TIM KEETON

MILANO.  – La morsa del coronavirus e l’effetto del lockdown si abbattono sulle vendite di abbigliamento della catena Marks & Spencer costringendo il popolare retailer inglese ad annunciare un piano lacrime e sangue, con 7 mila dipendenti da mandare a casa nei prossimi tre mesi.

Dallo scorso 29 marzo (fine dell’anno fiscale per M&S) allo scorso 8 agosto le vendite della divisione Clothing and Home sono crollate del 49,5%, calo ridottosi al 29,9% nelle otto settimane comprese tra il 14 giugno e l’8 agosto, quando i negozi della catena britannica hanno riaperto.

Un andamento che l’incremento del 2,5% delle spese alimentari, registrato dalla riapertura dei negozi e la “forte performance” delle vendite online, cresciute nella divisione ‘Clothing & Home’ del 41% da aprile, non è bastato a compensare. In questa prima parte dell’esercizio 2020-21 M&S ha così perso il 19,2% dei suoi ricavi.

“Le vendite Clothing & Home nei negozi restano ben al di sotto dell”anno scorso, con l’online e le consegne a casa che hanno segnato risultati robusti. É chiaro che c’è stato un cambio significativo nelle vendite e anche se è troppo presto per prevedere con precisione dove si stabilizzerà il nuovo mix post-covid, dobbiamo agire subito per riflettere questo cambiamento”, ha annunciato il gruppo inglese.

Gli esuberi, che si aggiungono ai 950 annunciati solo un mese fa, saranno disseminati tra il centro assistenza, le direzioni regionali e i negozi. L’obiettivo di M&S è di realizzarne “una parte significativa” attraverso uscite volontarie e pensionamenti anticipati.

Complessivamente il retailer, simbolo dello shopping cittadino britannico, lascerà a casa il 10% dei suoi 78 mila dipendenti, portando a 35 mila il saldo degli esuberi annunciati fino ad oggi delle grandi catene di vendita d’Oltremanica, tra cui le farmacie Boots, i grandi magazzini John Lewis Partnership e i supermercati Waitrose.

L’annuncio delle uscite non ha impedito a Marks & Spencer di rotolare alla Borsa di Londra, dove il titolo ha perso il 4,9% nonostante Morgan Stanley si attenda un risparmio annuo di 80-100 milioni di sterline grazie ai tagli.

I mari agitati in cui naviga la sua divisione di abbigliamento e prodotti per la casa, messa all’angolo dalla concorrenza dell’online e i cui risultati sono stati definiti “molto deludenti” dagli analista di Peel Hunt, preoccupano decisamente di più.

(Paolo Algisi/ANSA)

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