Mercati aspettano Opec, ma greggio tiene a fatica

Un operatore di spalle guarda gli schermi con gli andamenti dei valori. di Milano
U/n operaqtore guarda gli schermi nella sala operativa della Borsa di Milano. (ANSA)

MILANO.  – La riunione dell’Opec+ che vorrebbe tenere i prezzi del petrolio almeno sopra i 40 dollari è stata fissata a metà settimana e il greggio ha provato a tenere le sue comunque basse quotazioni. Centrale in questa partita anche il ruolo della Cina che, attraverso le forniture chieste agli Stati Uniti, tiene un canale diplomatico aperto con Washington anche sulla grande sfida dei dazi. Ma le Borse non si fidano e hanno aperto la settimana in un clima di attesa.

Il Joint ministerial monitoring committee dell’Opec dovrà controllare i tagli alla produzione decisi con grande fatica la primavera scorsa, con raccomandazioni per un calo a partire da agosto a meno di otto milioni di barili al giorno rispetto ai quasi dieci di maggio. Ma secondo gli analisti l’incontro si concentrerà anche sulla produzione dei Paesi meno trasparenti, come l’Iraq, e gli operatori non si aspettano novità sostanziali da questo vertice di mezza estate.

La domanda mondiale è sempre in calo e i prezzi che avevano provato a ripartire sono tornati incerti, ondeggiando con il Wti a New York attorno ai 42 dollari al barile dopo che la Cina ha annunciato di voler importare grandi quantità di greggio dagli Usa in agosto e settembre, facendo scendere le già poche tensioni presenti sui mercati mondiali del petrolio.

Su tutt’altro fronte, la Banca centrale cinese (Pboc) ha effettuato una maxi iniezione di liquidità da 100 miliardi di dollari con finanziamenti di un anno attraverso le linee di credito a medio termine, segnalando la volontà di allentamento monetario per aiutare l’economia dopo la pandemia Covid.

Una decisione salutata con rialzi oltre i due punti percentuali dalle Borse di Shanghai e Shenzhen, mentre i principali mercatiazionari del Vecchio continente sono rimasti marginalmente positivi: Londra è stata la Borsa migliore con un aumento finale dello 0,6%, mentre Parigi e Francoforte hanno concluso in crescita dello 0,1%.

Fiacca invece Piazza Affari, che con Madrid è stato il listino europeo più debole nonostante l’allentamento della tensione sui titoli di Stato: l’indice Ftse Mib è sceso dello 0,3%, con Leonardo e Banco Bpm in ribasso del 2,4%, seguite da Tim in calo del 2,3%.

In generale segni negativi per il settore finanziario, balzo invece di oltre quattro punti percentuali per il gruppo farmaceutico Diasorin dopo l’acquisto di Principia Biopharma da parte di Sanofi.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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