Ombra Covid su Champions, “Atletico-Lipsia si gioca”

L'allenatore del Atletico Madrid, Diego Simeone.
L'allenatore del Atletico Madrid, Diego Simeone. (ANSA/EPA)

ROMA. – L’ombra del coronavirus aleggia sulla Champions league d’agosto. La notizia della positività di due giocatori dell’Atletico Madrid ed il rinvio della partenza per Lisbona hanno gettato un’ombra sulla manifestazione anche se il quarto di finale contro il Lipsia, in programma giovedì a Lisbona, si disputerà regolarmente, come ha fatto sapere l’Uefa oggi, dopo che il nuovo giro di test a cui si sono sottoposti giocatori e componenti dello staff dell’Atletico ha dato esito negativo.

Gli unici positivi  sono Angel Correa e Sime Vrsalijko. Entrambi asintomatici sono in isolamento domiciliare. Slitta così a domani la partenza per Lisbona dei “colchoneros”: Simeone ha convocato 21 calciatori della prima squadra, più i giocatori dell’Academy Alex Dos Santos, Manu Sánchez, Riquelme e Toni Moya.

“La prima squadra e i membri dello staff tecnico sono stati sottoposti ieri a nuovi test PCR, il cui esito è stato negativo per tutti, dopo la comparsa di due casi positivi nei test effettuati sabato – si legge nella nota dell’Atletico diffusa oggi all’ora di pranzo dopo che in mattinata era saltato l’allenamento – A seguito del protocollo sanitario, i suddetti test sono stati eseguiti anche sui parenti dei due casi positivi, e sono risultati anch’essi negativi”. Il club ha avuto l’autorizzazione a pubblicare i nomi dei positivi così da evitare speculazioni.

Sospiro di sollievo e ritorno in campo per l’allenamento nel pomeriggio di oggi mentre domani mattina è prevista la partenza per Lisbona.

Il protocollo dell’Uefa prevede un controllo per ogni giocatore anche 24 ore prima della partita, e che gli spostamenti a Lisbona sono, per tutti, limitati ai tragitti albergo-campo di allenamento-campo da gioco; va ricordato che, in teoria, per giocare basta che siano disponibili 13 calciatori della lista A, compreso un portiere.

E al limite se ne possono far arrivar altri, a patto che siano tesserati per la federazione nazionale di appartenenza del club.  Tutti coloro che arrivano a Lisbona devono anche autocertificare di non essere malati, a prescindere dai controlli. C’è poi la proibizione di usare le zone comuni degli stadi in cui si gioca, da Luz e Alvalade, e quindi il divieto di saune e jacuzzi, mentre le bottiglie da cui si beve devono essere personali.

I palloni devono essere disinfettati, e così pure i lettini dei massaggi dopo ogni utilizzo.

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