Coronavirus in Italia: balzo dei contagi. Pronti test per ‘vaccino italiano’

Passeggeri su un vagone della metropolitana a Milano in fase 3
Passeggeri su un vagone della metropolitana a Milano in fase 3. (ANSA)

ROMA. – Il virus fa un’impennata di contagi e l’Italia in un solo giorno torna indietro di tre mesi, quando a maggio appena finito il lockdown le cifre si attestavano sul mezzo migliaio di positivi in più nel bollettino quotidiano. Sono 552 i nuovi malati di Covid nelle ultime 24 ore, con un balzo di 150 rispetto al giorno precedente.

Aumentano i timori, ma anche la speranza affidata al vaccino: all’istituto Spallanzani di Roma sono arrivate le prime dosi ‘made in Italy’ e dal 24 agosto partirà la sperimentazione sull’uomo, con 90 volontari tra i 18 e gli 85 anni di età. La ricerca ha già superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, “che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta e il buon profilo di sicurezza”.

Ancor prima è previsto il nuovo Dpcm, che il premier Conte potrebbe firmare già nelle prossime ore. Sarebbe prevista la proroga fino al 7 settembre dell’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi ma anche la ripartenza di crociere e fiere, la riapertura delle scuole a settembre in sicurezza, fino alla chiusura delle discoteche e la capienza ridotta per treni e mezzi Tpl. Mentre si potrebbe aprire ad un pubblico contingentato per gli eventi sportivi.

In questo senso l’Emilia Romagna anticipa la decisione: fino a mille spettatori potranno assistere agli eventi sportivi all’aperto e massimo duecento sono previsti per quelli indoor, con distanziamento e posti assegnati e deroghe concedibili in caso di eventi singoli di interesse nazionale e internazionale che si svolgano in impianti di consistenti dimensioni. Nuove misure che non distolgono lo sguardo dall’evoluzione del Covid.

Mentre ci si prepara a combatterlo con la scienza e i decreti, è alle porte il “passaggio lento del virus” – spiega il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, facendo intendere che la pandemia proseguirà ma sarà meno violenta in termini di danni alla salute, rispetto all’impatto che ha avuto sugli infettati nella prima parte dell’anno.

A confermarlo sono già le cifre sulle terapie intensive, che sono invariate e restano 42 in tutto il Paese mentre l’ultimo dato sulle vittime segna ‘solo’ 3 decessi. Ma la curva dei contagi è comunque in netta risalita, con nuovi preoccupanti focolai e un aumento dei contagi soprattutto nel Veneto: in un giorno +183 nell’intera regione mentre ormai anche in tutte le altre si registrano nuovi casi.

A fronte di quasi 13mila positivi attualmente in Italia (precisamente 12.924, rispetto al giorno precedente +230) e nonostante l’Rt sopra l’1 ormai ovunque, secondo gli esperti – pur con le dovute cautele – la situazione dovrebbe restare sotto controllo anche grazie al piano di contenimento predisposto.

“Il sistema è pronto, ci sono tre scenari a seconda di come il virus passerà: noi ci aspettiamo un passaggio lento del virus. Avremo dei positivi, che non necessariamente saranno malati, visto anche che l’età media di chi si infetta è molto più bassa di quella di due mesi fa. I tre scenari rappresentano il modo in cui potrà essere messo sotto pressione il Sistema sanitario nazionale in termini di occupazione di posti letto”.

Alle tre regole ricordate in questi giorni dal ministro della Salute, ovvero l’uso della mascherina, la distanza e l’igiene, il vice Sileri ne aggiunge una quarta che definisce altrettanto importante: se qualcuno ha dei sintomi deve rimanere a casa e chiamare il medico. Raccomandazioni che puntano ad evitare o controllare eventuali “focolai e trasformare l’emergenza sanitaria in urgenze locali, intervenendo in tempi rapidi”.

Gli ultimi due cluster riguardano uno stabilimento Amadori di Controguerra (Teramo) e un focolaio in una discoteca di Vercelli. Nello stabilimento sono stati accertati nove casi tra i dipendenti dello stesso turno di lavoro, a cui si aggiungono tre casi relativi a contatti familiari del primo paziente che ha contratto il virus. Sono 47 i dipendenti che facevano parte dello stesso turno di lavoro di una donna che, risultata positiva, da tre giorni è in isolamento domiciliare e ora l’azienda ha deciso di chiudere precauzionalmente l’intero stabilimento fino al completamento dei test su tutti i dipendenti.

Il focolaio di Vercelli invece sarebbe di importazione, ovvero legato ad un cittadino dominicano. In Veneto i focolai in due centri per migranti preoccupano il governatore Zaia che dice: ‘gli ospiti da lì non devono uscire’.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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