Nuovo stop a trivelle, allarme per 20.000 posti

Petrolio: Eni, Centro Olio Val d'Agri, Viggiano (Potenza), Basilicata.
Petrolio: Eni, Centro Olio Val d'Agri, Viggiano (Potenza), Basilicata. (Ansa)

ROMA.  – Una semplificazione che in realtà complica e che rischia di bloccare del tutto le attività di trivellazione in Val D’Agri, a Gela e nel ravennate.

É quella contenuta, secondo i sindacati, in un emendamento al decreto semplificazioni presentato dal Movimento 5 Stelle e che metterebbe a rischio, nelle aree dove estrazione e produzione sono già in corso, 20.000 posti di lavoro diretti e nell’indotto.

La proposta è un vero e proprio nuovo articolo dedicato alla “semplificazione e accelerazione del PiTESAI”, il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, che non solo bloccherebbe le nuove esplorazioni ma limiterebbe anche quelle esistenti.

Viene infatti innanzitutto stabilito che “non si proceda all’apertura di nuove aree” marine o territoriali per la ricerca di idrocarburi. In più vengono posti nuovi paletti alle attività in essere.

Il perimetro delle aree in cui sarà consentito esplorare e trivellare “si restringerebbe, escludendo per esempio quelle a limitata potenzialità”, spiega Paolo Pirani, segretario della Uiltec. Rimarrebbero delle “aree residue” che non sarebbero però automaticamente disponibili, “nemmeno se già beneficiano di permessi ambientali e concessioni”.

Il PiTESAI, si legge nell’emendamento, potrà infatti indicare “la presenza di ulteriori eventuali vincoli di carattere ambientale e territoriale sorti in epoca successiva al decreto di conferimento che rendano in tutto o in parte non compatibile la prosecuzione delle attività”. Chi vorrà rivendicare i diritti su aree già autorizzate con tanto di concessione, dovrà presentare un’istanza al Ministero dell’Ambiente.

Dopo l’ulteriore rinvio deciso nell’ultimo Milleproroghe, le operazioni sono al momento ferme fino a febbraio 2021.  L’area più colpita dallo stop, denunciano i sindacati, è quella di Ravenna, “dove Eni già lavora a scartamento ridotto”, ma a rischio ci sono ora anche la Val d’Agri e Gela.

“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. – commenta ilsegretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli – L’emendamento rischia di affossare definitivamente l’attività di upstream nel nostro Paese”. Di “colpo mortale” parla anche la segretaria generale della Femca-Cisl, Nora Garofalo, che teme per l’Italia una condanna “alla sudditanza dagli Stati esteri”.

“Il Governo non permetta questo scempio. Alcune forze politiche, invece di assecondare gli istinti più bassi, dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle loro proposte”, sottolinea.

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