La clava di Trump su TikTok e WeChat infuria Cina

Il logo dell'app Tik Tok sullo schermo di un cellulare
Il logo dell'app Tik Tok sullo schermo di un cellulare. (ANSA)

WASHINGTON.  – Donald Trump usa la clava contro Pechino e firma due ordini esecutivi che, evocando rischi per la sicurezza nazionale, vietano tra 45 giorni qualsiasi transazione da parte di persone o entità soggette alla giurisdizione statunitense con le app cinesi TikTok e WeChat, di proprietá rispettivamente di ByteDance e di Tencent.

Un modo di fatto per costringere alla vendita di TikTok, giá in trattative con Microsoft, peraltro ora dichiaratasi interessata ad una acquisizione globale della app (Cina esclusa) con cui debutterebbe nel mondo dei social. Piú incerta appare invece la sorte di WeChat.

Il tycoon ha inoltre colpito il Dragone anche con le prime sanzioni per sua la stretta su Hong Kong, colpendo la governatrice Carrie Lam e altri dirigenti cinesi.

La mossa del tycoon sulle app ha mandato su tutte le furie le due societá cinesi e il governo di Pechino. TikTok si è detta “sconcertata” dal provvedimento, che rischia di “minare la fiducia del mondo del business nell’impegno Usa verso il ruolo della legge”, e ha minacciato azione legale.

“Perseguiremo tutti i rimedi disponibili per garantire che il ruolo della legge non sia ignorato e che la nostra compagnia e i nostri utenti siano trattati correttamente, se non dall’amministrazione, dai tribunali americani”, ha avvisato la società, che conta 800 milioni di utenti, di cui circa 100 milioni in Usa, in gran parte teenager che la usano per condividere brevi video.

“Un atto chiaramente egemonico” e di “repressione politica”, ha rincarato il portavoce del ministero degli esteri cinese Wang Wenbin. “Col pretesto della sicurezza nazionale, gli Usa abusano frequentemente del potere nazionale e sopprimono senza ragione imprese rilevanti”, ha aggiunto.

Il New York Times evoca il rischio di una “ulteriore balcanizzazione della rete internet globale, con nazioni che continuano a escludere società’ tecnologiche straniere dai reciproci mercati”.

Ma per Trump entrambe le app forniscono al partito comunista cinese un canale per ottenere informazioni personali sugli utenti americani, per controllare i cinesi all’estero e per condurre campagne di disinformazione a vantaggio della Cina.

Senza dimenticare la beffa del suo comizio a Tulsa, fatto apparire tutto prenotato proprio grazie alla piattaforma di TikTok.

I decreti del tycoon sembrano aver conseguenze piú gravi su WeChat, che per ora non ha alcun pretendente americano. La app è ampiamente diffusa nel mondo, in particolare tra persone di origine cinese, che la usano per comunicare con gli amici, tenersi informati, effettuare transazioni: il bando potrebbe tagliare fuori gran parte delle comunicazioni informali tra le persone che si trovano in Cina e in Usa.

Ci sono anche interrogativi se la decisione potrebbe avere conseguenze sulle altre attività legate a Tencent, che è un investitore in molte start-up tecnologiche, social e ludiche americane, da Snap ad Activision Blizzard e ai produttori di Fortnite, Clash of Clans e League of Legends.

In ogni caso Trump è deciso a proseguire la sua guerra fredda con la Cina, appoggiato da un Congresso che al Senato ha già approvato all’unanimità un progetto di legge per bandire TikTok da tutti gli apparecchi forniti dal governo americano ai suoi dipendenti o ai membri del Congresso. Big Tech Usa osserva alla finestra, pronta a cogliere i frutti di questa offensiva.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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