Neonazi tedesco ammette, omicidio Luebcke fu politico

Walter Luebcke, ucciso in Germania da elementi legati all'estrema destra tedesca.
Walter Luebcke, ucciso in Germania da elementi legati all'estrema destra tedesca.

BERLINO. – Confessa l’omicidio davanti alla corte il neo-nazista tedesco accusato di aver ucciso il presidente del distretto di Kassel sostenitore della politica di accoglienza dei migranti della cancelliera Merkel poco più di un anno fa.

“Ho sparato io” a Walter Luebcke e “mi assumo la piena responsabilità” sono le parole di Stephan Ernst, lette dall’avvocato difensore di fronte al tribunale superiore di Francoforte. La dichiarazione del 46 enne confermano l’impianto accusatorio della Procura che fin da subito aveva parlato di omicidio motivato dall’orientamento di estrema destra dell’imputato.

Ma la versione del racconto di Ernst della notte dell’omicidio, tra l’1 e il 2 giugno del 2019, cambia per la terza volta. Adesso i protagonisti  della vicenda sono due: lui e Markus H., già coimputato nel processo.

Nella prima versione Ernst si era dichiarato unico colpevole, nella seconda aveva scaricato la responsabilità sul coimputato, mentre ora ammette di aver sparato ma parla di un’idea condivisa.

Questo potrebbe tra l’altro anche cambiare il profilo di accusa del co-imputato al processo Markus H., trasformando il concorso in omicidio in complicità.

Quella sera erano andati per dare una lezione al político della Cdu, dice Ernst nel suo racconto alla corte, ma non sapevano di preciso cosa sarebbe accaduto e l’uso dell’arma era “un’opzione”. Lo avrebbero avvicinato dai due lati del terrazzo e dopo un primo scambio la temperatura del confronto sarebbe salita, il presidente avrebbe detto “Andatevene!”. E in quel momento – è la ricostruzione – sarebbe partito il colpo.

Ernst e il suo sodale Markus H. flirtavano con l’uso delle armi già da tempo: per allenarsi a tirare andavano nei boschi dove usavano come bersaglio una foto della cancelliera Merkel. Lei però era un’obiettivo inarrivabile, mentre Luebcke era considerato il suo uomo a Kassel.

La politica di accoglienza verso i rifugiati provenienti dalla Siria aveva scatenato nei due una rabbia potente, andando a toccare un tasto già dolente: l’odio per gli stranieri e il nazionalismo revanchista.

Ernst era stato cresciuto nell’odio per le persone di origine straniera dal padre alcolizzato, riporta Bild. La radicalizzazione di destra però era arrivata dopo un soggiorno in carcere, dove era finito per l’aggressione di un imam turco a Wiesbaden.

Dietro le sbarre aveva conosciuto qualcuno del Npd, il partito nazionalsocialista tedesco che si ispira all’ideologia nazista e aveva preso contatto con la cellula di Kassel.

Quando nel 2014 conosce Markus H. sul posto di lavoro, anche lui di estrema destra, e con la passione per le armi, il quadro è completo e dalle parole si passa ai fatti.

(di Uski Audino/ANSA)

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