Quartararo sfida le ambizioni di Vinales e Rossi

Fabio Quartararo a bordo della sua Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo a bordo della sua Petronas Yamaha SRT. EPA/ROMAN RIOS

ROMA. – Fabio Quartararo, classe 1999, è il nuovo che avanza inesorabile, predestinato per talento ed età. Ma Marc Marquez e la Honda ci hanno messo del loro per spianargli la strada che porta al titolo mondiale della MotoGp.

In Repubblica Ceca, dove si corre domenica, lo spagnolo sarà il convitato di pietra. Fermo al box, paga (e pagherà chissà per quanto se, come sembra, dovrà saltare anche il doppio appuntamento in Austria) la sfida lanciata al proprio fisico.

Azzardo costatogli una seconda operazione al braccio destro, stressato dal tentativo di esserci a Jerez nonostante le 13 viti piantate nell’omero, il dolore, le temperature proibitive.

E se è comprensibile che Marquez si sia lasciato trascinare dallo smodato agonismo (dote che ne fa il pluricampione che è), inspiegabile resta il motivo che ha convinto il reparto corse della Honda ad assecondarlo, invece di proteggerlo da se stesso, impedendogli di salire in moto in quello stato.

Tant’è. Quartararo, già dominatore dei primi due appuntamenti di questo strano 2020, parte naturalmente favorito nella corsa al podio di Brno, dove può tentare già un abbozzo di fuga. Ma tutte le Yamaha appaiono ambiziose, non solo quella del Diablo, targata Petronas.

A dimostrarlo il secondo e terzo posto conquistati nell’ultima gara, rispettivamente con Maverick Vinales e Valentino Rossi. Il Dottore punta a un nuovo record: il 200/o podio nella clase regina. Mentre Quartararo potrebbe eguagliarne un altro che resiste da 40 anni.  Risale al 1980 l’impresa del mito Kenny Roberts, ultima guida Yamaha a firmare tre vittorie di fila all’inizio di una stagione.

Parola al nizzardo, dunque, che l’anno scorso, primo in MotoGp, a Brno fu settimo: “É una pista che mi piace molto, anche se non è il posto migliore per la nostra moto. Ci sono molte curve piuttosto secche, che vanno percorse con grande velocità, preparando la linea perfetta per il rettilineo seguente. È bello arrivarci dopo due vittorie. Il mio obiettivo? Lottare per salire ancora sul podio”.

I primi indiziati per sgomitare sulla scelta del gradino sono proprio i due della Yamaha ufficiale: “I due weekend di gara a Jerez sono stati buoni, la moto ha funzionato bene, anche con il caldo estremo – sottolinea lo spagnolo, secondo a -10 dalla vetta – Questi progressi mi rendono ancora più entusiasta e curioso di ciò che possiamo ottenere a Brno. Mi aspetto molto”.

Non altrettanto apertamente, ma carico e fiducioso è pure Rossi: “É una pista che mi piace molto. Lì ho colto la prima vittoria nella classe 125, nel 1996. Normalmente c’è una bellissima atmosfera. Purtroppo quest’anno mancherà il pubblico. Proveremocomunque a dare ai tifosi che ci guardano da casa un bello spettacolo. Il podio dell’ultima gara è stato un grande risultato e una grande emozione. Spingerò il 100% per essere di nuovo competitivo”.

E la Ducati? Punta a sparigliare le carte dei favoriti. Non solo con il team satellite Pramac dell’ottimo Francesco Bagnaia, ma anche con le moto ufficiali: “Questa è una pista che ci permetterà di sfruttare i punti forti della nostra Desmosedici, ma non basta perché dovremo partire subito forte fin dalle libere del venerdì – è il piano di Andrea Dovizioso, terzo con 26 punti, vincitore a Brno nel 2018 – A Jerez abbiamo lavorato bene, migliorando giorno dopo giorno e ora dobbiamo consolidare tutto ciò che abbiamo appreso finora. Ho grandi aspettative da questa gara”.

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