Addio al Nobel Hume, portò la pace in Nord Irlanda

Il politico irlandese e premio Nobel per la Pace John Hume.
Il politico irlandese e premio Nobel per la Pace John Hume. (Ansa)

LONDRA.  – Lo hanno soprannominato “il Gandhi irlandese”, “l’uomo della pace”, “l’uomo che tenne viva la speranza”. Ma gli appellativi altisonanti non sono mai piaciuti a John Hume, Premio Nobel per la Pace per il suo contributo cruciale alla riconciliazione dell’Ulster e uno tra i più noti politici nordirlandesi per oltre 30 anni, morto oggi all’età di 83 anni.

Ha sempre preferito ricordare le sue umili origini, la sua carriera in difesa dei diritti civil nell’Irlanda del Nord martoriata dal conflitto etnico-nazionalista, e quella politica fra le fila del Partito socialdemocratico e laburista (Sdlp), di cui è stato un fondatore e leader fino al 2001.

Gli ultimi anni di vita sono stati fra i più difficili. Hume era stato colpito dalla demenza senile e si è spento, come ha comunicato la famiglia, in una casa di cura nella nativa Londonderry. Il popolo irlandese tutto, da Belfast a Dublino, gli deve moltissimo.

Nato nel 1937 in una famiglia povera e cattolica, il destino di Hume è segnato dal non aver ascoltato un consiglio di suo padre: “Non entrare in politica. Da queste parti è una cosa tutta settaria”. E proprio in quello è riuscito: far accordare le due parti rivali, cattolici e protestanti, che per decenni si sono sanguinosamente combattute nel conflitto fratricida dei “Troubles”.

Dopo il tentativo fallito del sacerdozio e gli esordi come insegnante, entra in politica conquistando nel 1969 un seggio nel Parlamento dell’Irlanda del Nord, come indipendente nazionalista.

Il sempre accigliato Hume è fra i fondatori del Sdlp nel 1970 e ne diventa il leader nel ’79. Su posizioni nazionaliste socialdemocratiche, rappresenta storicamente la voce dei cattolici moderati e laburisti, ed è per un’Irlanda unita ma lavora perché questo sogno si concretizzi senza lotta armata, senza spargimento di sangue, riconciliando quindi “papisti” e protestanti.

Hume è stato inoltre un fervente europeista: ha ricoperto la carica di eurodeputato dal 1979 al 2004, anno del suo ritiro dalla politica, ed è stato membro della Camera dei Comuni britannica, oltre che dell’assemblea nordirlandese.

Il suo capolavoro resta l’accordo del Venerdì Santo, la tanto agognata pace nell’Ulster: un lungo processo realizzatosi nel 1998 ma che lui già portava avanti da anni. Nel ’93 aveva posto le basi di tutto, aprendosi al dialogo con l’allora presidente del Sinn Fein, Gerry Adams, e spingendolo a operare affinché l’Ira rinunciasse alla lotta armata e accettasse la strada delle trattative.

Uno dei maggiori riconoscimenti ufficiali è arrivato col Nobel per la Pace, ricevuto nel 1998 insieme a un altro politico nordirlandese, David Trimble, allora leader del Partito unionista dell’Ulster (Uup). Hume è stato anche insignito del Gandhi Peace Prize e del Martin Luther King Award. Tributi per ricordare il “titano della politica” sono arrivati da diversi Paesi e schieramenti politici opposti.

Dal premier britannico, il conservatore Boris Johnson, al capo dell’opposizione laburista a Westminster, Keir Starmer, all’ex premier Tony Blair, che con Hume era stato uno dei protagonisti degli accordi di pace, fino all’ex presidente americano, Bill Clinton.

Proprio con quest’ultimo Hume aveva compiuto nel 2014 una delle sue ultime apparizioni pubbliche: una passeggiata lungo il “ponte della pace” nella sua Londonderry ricordando i giorni in cui si trattava per fermare l’odio settario.

(di Alessandro Carlini/ANSA)

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