Cento giorni al voto, l’America al bivio Trump-Biden

Joe Biden in vantaggio nei sondaggi per le elezioni del 3 novembre Usa 2020.
Joe Biden in vantaggio nei sondaggi per le elezioni del 3 novembre Usa 2020.

NEW YORK. – Cento giorni al voto. La sfida al cardiopalma fra Donald Trump e Joe Biden entra nel vivo dopo una campagna sottotono. La pandemia del coronavirus ha mandato all’aria tutti gli schemi confinando il tycoon per la maggior parte del tempo alla Casa Bianca e il suo sfidante nel seminterrato della sua abitazione. Senza più un manuale o linea guida da seguire i due candidati ultrasettantenni duellano a distanza tramite le telecamere e Zoom nel tentativo di accaparrarsi voti essenziali per la vittoria.

Biden è in netto vantaggio nei sondaggi, anche negli stati chiave. E molte rilevazione prevedono un’ondata blu, con la conquista da parte dei democratici non solo della Casa Bianca, ma anche della Camera e del Senato. Ma, per dirla con le parole del regista premio Oscar Michael Moore, “non bisogna sottovalutare il genio del male di Trump”.

In difficoltà e travolto da una pioggia di critiche per la gestione dell’emergenza coronavirus, il presidente nelle ultime settimane cambiato toni e narrativa nel tentativo di ammaliare nuovamente la sua base e di imprimere una sferzata alla sua campagna elettorale. Per mostrarsi un presidente attento e responsabile alla salute, il tycoon ha cancellato la convention di Jacksonville e rimandato a data da destinarsi i previsti comizi che avrebbe voluto tenere con tutte le sue forze.

Costretto a evitare gli eventi in persona Trump si è ricavato il suo ‘spazio’ televisivo quotidiano con i briefing della task force della Casa Bianca per il coronavirus, trasformati in show privati per i suoi elettori. Sono stati rispolverati, in quest’ottica, i temi dell’immigrazione e, quello caro ai repubblicani, del ‘law and order’ che lo ha spinto a inviare agenti federali nelle città americane democratiche alle prese con le manifestazione anti-razzismo seguite alla morte di George Floyd.

Emblematico il caso di Portland, in Oregon, dove Trump incurante delle critiche ha inviato i suoi uomini per riportare ordine e rispetto della legge sfuggito di mano all’amministrazione democratica ormai ostaggio – è la sua teoria – della sinistra radicale.

Rispetto al 2016 a Trump manca per ora l’alleato dell’economia che, piegata dal virus, soffre e lo tradisce. Non gira invece le spalle al presidente Wall Street: completamente sconnessi con la realtà, i listini americani – eccetto rare battute d’arresto – continuano a correre di record in record.

Biden, più defilato, cerca con l’aiuto di Barack Obama di strappare la scena a Trump e conquistare e convincere quei giovani democratici che non lo ritengono il loro futuro presidente. L’età, soprattutto per Biden, è un ostacolo non da poco anche nella scelta del suo vice. In corsa ci sono quattro donne afroamericane, tutte decisamente più giovani e con esperienza in grado di essere operative dal primo giorno e di ereditare nel 2024 le redini del partito e correre per la Casa Bianca.

Ma al di là dei due protagonisti sulle elezioni aleggia l’ombra del terzo incomodo: il coronavirus. La pandemia mette a rischio il voto in persona e alimenta il dibattito sul voto per posta, a cui Trump si oppone fermamente. Il rischio è che l’esito elettorale dell’atteso 3 novembre, quando gli americani di troveranno al bivio fra l’America First di Trump e gli States di Biden, non si conoscerà per giorni.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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