L’Europa preoccupa l’Oms, nuove strette e test

Un giovane con mascherina a Belgrado, Serbia.
Un giovane con mascherina a Belgrado, Serbia. (Ansalatina)

ROMA.  – La nuova fiammata dell’epidemia di coronavirus in diversi paesi europei sta in qualche modo riportando indietro le lancette, rispetto ad un’emergenza che si sperava fosse conclusa.  I nuovi focolai “preoccupano” l’Oms, che invita a non escludere il ripristino delle misure drastiche.

Nel frattempo, si assiste al progressivo ritorno ai controlli dei viaggiatori e all’utilizzo di mascherine al chiuso.

Il Vecchio Continente ha superato la soglia di 3 milioni di casi, con una media di circa 20.000 al giorno. Un livello due volte inferiore rispetto ai picchi di inizio aprile, ma comunque degno di attenzione, se si considera la recrudescenza del virus soprattutto nei Balcani.

Sono situazioni che l’Oms Europa monitora, avvertendo: “Se la situazione lo esigesse, la reintroduzione di misure più rigorose e mirate, con il coinvolgimento totale della popolazione, potrebbe essere necessaria”. Con l’invito a “eliminare con attenzione” le restrizioni, ed a intervenire in modo “rapido e mirato” sui “nuovi focolai”.

Nei Balcani è emblematico il caso della Romania, il paese più popoloso della regione, che ancora una volta nelle ultime 24 ore ha toccato il record di nuovi contagi, oltre 1.100. E gli ospedali di Bucarest sono rimasti senza più posti. Centinaia i nuovi contagi in Serbia, Bosnia, Bulgaria, Kosovo e Macedonia del Nord.

C’è poi il Belgio, dove l’epidemia è tornata a correré nelle ultime due settimane, portandosi via anche una bimba di tre anni, la più giovane vittima nel paese.

A dimostrazione che “nessuno è immune”, hanno avvertito le autorità. In Spagna ci sono stati oltre 900 nuovi contagi, in lieve calo, ma non abbastanza da abbassare la guardia. Tanto che in Catalogna, regione tra le più colpite, è stata ordinata la chiusura dei locali notturni.

La Russia, dove la febbre non è mai scesa, ha superato la soglia degli 800.000 casi, quasi seimila in più in un giorno. Come numeri, stanno peggio solo Stati Uniti, Brasile e India.

In questa situazione, che si può considerare come un anticipo della seconda ondata del Covid-19, in Europa si introducono ulteriori misure di contenimento. L’obbligo di mascherina al chiuso, ad esempio, è sempre più esteso. In Inghilterra, nei negozi e supermercati, con tanto di appello di Boris Johnson ad indossarla, oltre ad una tirata contro i no-vax.

A Vienna bisognerà coprirsi il viso anche alle poste, in banca e nei centri medici. In Francia la misura è scattata da pochi giorni, per tutti i luoghi pubblici.

L’attenzione tornerà alta anche su chi viaggia. L’Italia, il primo paese europeo ad essere investito dall’epidemia, ha disposto la quarantena per chi rientra dalla Romania e dalla Bulgaria: restrizione ulteriore rispetto al bando all’ingresso per chi proviene da 16 paesi extra-Ue, già in vigore.

In Germania, dove sono aumentati i nuovi contagi (oltre 800), i ministri della Salute dei Land vogliono potenziare i test per il coronavirus per chi rientra dalle vacanze o arriva nel paese.

Test anche in Francia (con oltre mille nuovi casi in un giorno) per gli arrivi da 16 paesi ad alto rischio. Parigi, inoltre, ha sconsigliato ai connazionali di recarsi in Catalogna. La Norvegia ha imposto la quarantena per chi arriva dalla Spagna.

(di Luca Mirone/ANSA)

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