Tre calci di rigore e Napoli ko, il Parma è salvo

Yann Karamoh e Diego Demme in azione nella partita vinta dal Parma 2-1 sul Napoli sl Tardini
Yann Karamoh e Diego Demme in azione nella partita vinta dal Parma 2-1 sul Napoli sl Tardini. ANSA / ELISABETTA BARACCHI

BOLOGNA.- Tre calci di rigore hanno deciso la sfida fra Parma e Napoli: i padroni di casa si prendono tre punti che ingrassano la classifica e sanciscono anche la matematica certezza di una salvezza ormai messa in cascina da tempo. Per il Napoli, uno dei tanti test in vista della sfida di Barcellona, che vale una stagione, finisce con una sconfitta e con tanti punti interrogativi per Gattuso, sia sulle disattenzioni in difesa che sullo scarso peso e la difficoltà di trovare un equilibrio convincente davanti.

Nella caldissima e appiccicosa serata padana del Tardini, il tempo della partita è stata scandita, appunto, da tre calci dagli undici metri, assegnati e trasformati. Alla fine di un primo tempo nel quale il Parma era stato più propositivo e aveva cercato di fare la partita, Mario Rui ha atterrato Grassi e mandato Caprari sul dischetto.

Il secondo tempo è però cominciato con un tocco di mano di Grassi che l’arbitro Giua ha considerato degno della massima punizione, permettendo a Insigne di esibirsi in un’esecuzione impeccabile. Il terzo fischio, quello che ha fissato il risultato sul 2-1 è invece arrivato a tre minuti dal novantesimo, quando è stato il gioiellino Kulusevski a conquistarsi il rigore, facendo cadere in trappola Koulibaly, e poi a trasformarlo.

Il Napoli vede allontanarsi Milan e Roma, ma con il settimo posto non in discussione e un biglietto per l’Europa assicurato dalla Coppa Italia, la sconfitta non fa troppo male. Se non per i campanelli d’allarme che non possono non suonare in vista della notte di Barcellona: i due rigori concessi al Parma sono netti, ma potevano essere evitati. E in attacco, dopo l’esperimento Lozano, per Gattuso è urgente trovare soluzioni più efficaci, visto che, al di là del rigore, Sepe non ha avuto una serata particolarmente impegnativa.

La vittoria premia invece le caratteristiche di umile abnegazione che sono la cifra della squadra di D’Aversa. Si prende tre punti che gli consentono di festeggiare l’aritmetica salvezza, proprio nella serata in cui è arrivata la sentenza di primo grado che condanna a quattro anni l’ex presidente Tommaso Ghirardi e a sei l’ex ad Pietro Leonardi. Il tribunale parmigiano li ha ritenuti responsabili del crac della squadra del 2015. Un fallimento che fece ripartire il Parma dalla serie D. E passare, in cinque anni, dai dilettanti a giocarsela a testa alta in serie A non era un risultato scontato.

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